Bruxelles – La parte Est di Aleppo è isolata, da giorni. La recente chiusura dell’ultima strada su cui potevano essere inviati i rifornimenti “ha reso di fatto l’area emarginata, tagliando fuori circa 300mila persone da qualsiasi forma di assistenza. Dal 7 luglio né squadre d’aiuto né rifornimenti sono più potuti entrare”, si legge in un comunicato diffuso dall’alto rappresentate Ue per gli affari esteri Federica Mogherini e dal commissario per l’aiuto umanitario Christos Stylianides.
La battaglia fra ribelli siriani e il governo del dittatore Bashar al Assad non si ferma e a pagarne le conseguenze sono i civili. Per questo, da Bruxelles, è arrivata oggi una richiesta: “L’Ue chiede una pausa immediata nei combattimenti per assicurare l’evacuazione medica e la distribuzione di medicine, cibo e acqua” nella zona fino ad ora rimasta isolata. Senza questo intervento, Mogherini e Stylianides avvertono che gli approvvigionamenti potrebbero esaurirsi già dalle prossime settimane e “Aleppo potrebbe diventare la più grande tragedia umanitaria di questo conflitto che ha già causato così tante sofferenze”.
Quello che sta succedendo in Siria, per l’Ue “è semplicemente inaccettabile”. Lo scorso 24 luglio, le forze aeree russe, di supporto a quelle del regime di Assad, avevano bombardato alcuni ospedali. Ma anche scuole, mercati e campi di sfollati spesso diventano bersagli dei raid. La catena di attacchi che coinvolge la popolazione civile diventa così lunghissima, per via di un governo che Bruxelles indica come “responsabile” della fame e dell’isolamento che si vedono in quest’ultimo periodo ad Aleppo Est. “Una tattica di guerra”, l’ha definita l’Ue nella sua condanna, “contraria alla legge internazionale”.
Ora serve intervenire. Avere cioè un “accesso umanitario illimitato” alle aree in difficoltà. Anche se la tregua umanitaria sarà “solo un primo passo”. L’Ue l’ha sempre detto: “La soluzione a questo conflitto non sarà militare, ma solo politica”. Per questo è importante che la comunità internazionale agisca collettivamente. In questo contesto, l’Unione rinnova il suo supporto agli sforzi dell’inviato seciale dell’Onu Staffan de Mistura impegnato “per facilitare un accordo pacifico”.