Bruxelles – L’obiettivo è stato fissato per il 2019, c’è ancora tempo. Ma i progressi si vedono di giorno in giorno e la quota del 40% di donne nei ruoli chiave nella Commissione europea potrebbe essere raggiunta anche prima della scadenza. La questione sta “molto a cuore” alla commissaria per il Bilancio e le risorse umane, Kristalina Georgieva, che ha ricordato i risultati raggiunti fino ad ora: “La percentuale di donne che ricoprono ruoli manageriali è salita al 33%, ma c’è ancora molto da fare”. Resta da lavorare per “ridurre quel 7%” che divide dall’obiettivo vincolante stabilito esattamente un anno fa, nel luglio 2015, dal gabinetto di Jean-Claude Junker.
Nello specifico, “la percentuale di donne che ricoprono la posizione di direttore generale è salita dal 17 al 24%, mentre quella delle vicedirettrici è cresciuta dal 10 al 29%”, ha ricordato la commissaria. “Su questo fronte eravamo molto deboli”, ha ammesso Georgieva, ma i dati indicano che la Commissione ha elaborato una “strategia positiva”. La scelta di concentrarsi sui ruoli di primo piano “è stata presa in maniera consapevole” perché era lì che l’esecutivo “era più debole”. Così, da una parte è stato pensato un sistema di orari di lavoro più flessibili, e dall’altra si è cercato di aumentare il numero di posti negli asili nido dove poter lasciare i figli. Scelte che hanno funzionato, come dimostra l’ultimo caso, quello dello scorso aprile, quando sono state nominate due nuove direttrici generali e tre vice direttrici.
Raggiunto il 40%, la vera sfida sarà avvicinarsi “sempre di più ad avere metà donne e metà uomini” a ricoprire incarichi di alto livello in Commissione. Un obiettivo ambizioso, che richiederà tempo. Intanto vengono gettate le basi perché ci siano “condizioni più incoraggianti perché le donne possano aspirare a ricoprire ruoli da top manager”, in modo che possano gestire sia la vita lavorativa che quella famigliare.