Bruxelles – Il Parlamento del Regno Unito non ha nessuna intenzione di stare a guardare durante i negoziati per la Brexit. Secondo Nick Clegg, parlamentare pro-europeo alla Camera dei comuni, non coinvolgere l’organo legislativo britannico nei colloqui sulla Brexit e nel futuro accordo con l’Ue genererebbe una rivolta. Le Camere reclamano la loro parte nel determinare i termini del contratto per abbandonare l’Unione europea. “Il governo ha un mandato per farci uscire dall’Ue, ma non ha affatto un mandato su come farlo”, ha ribadito Clegg. L’ex vice primo ministro, attualmente portavoce dei liberal-democratici per gli affari europei, ha rivelato di aver istituito un gruppo di lavoro di alto livello per responsabilizzare il governo e per destreggiarsi tra gli “inevitabili dilemmi” che la Brexit porta con sé.
Clegg ha ribadito che i Brexiters “non hanno motivi plausibili” per rifiutare il voto del Parlamento sulla questione: “Viviamo in una democrazia rappresentativa e abbiamo tutti i diritti di esercitare il potere discrezionale”. Il deputato si è espresso contro la campagna portata avanti dai leader del Leave, che “non si sono degnati di precisare prima del referendum quanto la Brexit sarebbe stata difficile”. Anche se, ha precisato: “Chiaramente i deputati devono rispettare le istruzioni per uscire dall’Ue, ma non credo che le mani dei parlamentari siano del tutto legate dalle condizioni di questa Brexit”. Clegg ha reclamato un voto di approvazione sia all’inizio che alla fine del processo di uscita. E ha ipotizzato una adesione del Regno Unito allo Spazio economico europeo (seguendo l’esempio della Norvegia), ritenuta la “seconda migliore alternativa alla piena adesione”, anche se ha riconosciuto che questa opzione potrebbe generare enormi problemi, tra cui una tariffa esterna comune.
Il deputato ha avvertito che coloro che hanno votato per il Leave potrebbero essere sorpresi dalle conseguenze della loro scelta: “Ciò non accadrà in fretta, questo richiederà anni, ma arriverà come uno shock per molti leave voters che ora si trovano nelle mani di un ideologia la quale, a mio avviso, non farà niente per rispondere al tipo di insicurezze sociali ed economiche che credo abbiano spinto molte persone a votare Brexit”. Secondo Clegg anche all’interno del governo conservatore le idee non sono molto chiare, a causa della profonda tensione tra coloro che vedono la Brexit come un percorso verso una low-regulation, un libero mercato e una economia in stile asiatico, e i più tradizionali conservatori.