Bruxelles – La Commissione ha scelto la linea morbida e ha deciso di non proporre nessuna sanzione contro Spagna e Portogallo, che non hanno rispettato gli obiettivi di bilancio richiesti da Bruxelles rispettivamente per il 2014 e il 2015. Il Consiglio ora ha 20 giorni per confermare o rigettare questa decisione, ma un rigetto è altamente improbabile, per non dire impossibile.
Si tratta della conferma della nuova linea scelta dell’esecutivo guidato da Jean-Claude Juncker che cerca di ammorbidire l’austerità richiesta agli Stati concedendo dei margini di flessibilità, linea che è vista come necessaria soprattutto dopo il voto britannico sulla Brexit. “Sanzioni anche simboliche non avrebbero permesso di correggere il passato e sarebbero state interpretate male da popoli che hanno fatto enormi sacrifici in passato, e non pensiamo che una posizione punitiva sia ideale quando i popoli dubitano dell’Europa”, ha dichiarato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscivici, da sempre la “colomba” all’interno dell’esecutivo di Bruxelles. “Avevamo tre scelte”, ha spiegato, “imporre l’ammenda massima dello 0,2% del Pil che avrebbe significato 2 miliardi per Spagna e 200 milioni per il Portogallo”, oppure “ridurre l’ammenda”, o infine “annullarla del tutto”. E alla fine il collegio con una “decisione presa per consenso dopo un dibattito approfondito”, ha optato per l’ultima opzione. “Riconosciamo gli sforzi di bilancio immani e le enormi riforme strutturali”, fatte negli ultimi anni dai due Paesi che hanno anche “assunto impegni supplementari fino a 2016”, “impegni che ci sembrano solidi”, ha continuato Moscovici. Entro il 15 ottobre Bruxelles ha chiesto di ricevere le leggi di Stabilità per poterle esaminare.
Ai due Stati verrà dato altro tempo per portare il deficit sotto il 3% come richiesto dal Patto: il Portogallo dovrà farlo entro quest’anno e la Spagna addirittura entro il 2018, una linea ancora più morbida condizionata dalla situazione economica ma anche da quella politica visto che il Paese, dopo ulteriori elezioni, non è riuscita a formare un nuovo, stabile governo. “Le proiezioni per la Spagna dicono che avrà un deficit di circa tra il 4,1 e il 4,7% quest’anno”, e quindi “ concedere un solo anno supplementare, quindi il 2017”, per portarlo al 3% “avrebbe imposto un adeguamento nominale enorme con uno sforzo strutturale elevatissimo”, ha affermato il commissario secondo cui l’esecutivo comunitario “ha preferito essere cauto e tener conto di scadenze democratiche e incremento della crescita”.
Come forma di pressione, oltre ai nuovi target che comunque richiederanno sacrifici, soprattutto a Madrid che dovrà mettere in campo uno sforzo di 15 miliardi in due anni, la Commissione propone una sospensione di parte degli impegni degli investimento in fondi strutturali.