Roma – La reazione del presidente Recep Tayyip Erdogan al tentativo di golpe che voleva spodestarlo dalla guida della Turchia “ci è parsa subito sproporzionata e, con il passare dei giorni, anche pericolosa”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, rinnova la condanna per la repressione messa in atto dalle autorità di Ankara. In audizione davanti alle commissioni Esteri e difesa di Camera e Senato riunite, insieme con la collega della Difesa Roberta Pinotti, il titolare della Farnesina assicura che “non sacrificheremo nessuno dei diritti fondamentali su cui si basa l’Unione europea, né lo Stato di diritto”, perché “il dialogo tra Turchia e l’Ue non può convivere con epurazioni e cacce alle streghe”.
È questo il “messaggio chiaro” dell’esecutivo italiano a Erdogan, indica Gentiloni, nonostante “noi non saremmo avvantaggiati dal fallimento dell’accordo” tra Ue e Turchia sulla gestione dei flussi migratori. Un’intesa per la quale lo stesso presidente turco critica “i governi europei”, definiti “non onesti” perché non hanno ancora versato ad Ankara tutti gli aiuti promessi.
Il capo della diplomazia italiana parla anche dell’”ostentazione di rinnovati rapporti” tra il leader turco e il presidente russo Vladimir Putin. “Può essere un fattore positivo per la gestione di alcune crisi” nella regione, riconosce, auspicando che non si tratti invece di “uno strumento di pressione” nei confronti dell’Ue perché, avverte, “non funzionerebbe”.
Anche Pinotti, nel corso del suo intervento, ha toccato la questione del tentato golpe e della conseguente rappresaglia per rassicurare senatori e deputati sulle condizioni del contingente italiano sotto il comando Nato vicino al confine tra Turchia e Siria: “In questo momento non ci sono problemi per la sicurezza” dei nostri militari, che “sono tranquilli” e “sotto il comando Nato e non turco. Decideremo assieme ai nostri Alleati quali saranno le determinazioni successive”, annuncia la ministra.