Bruxelles – Sono i produttori di biocarburanti di prima generazione “i grandi perdenti” della strategia europea per una mobilità a basse emissioni di carbonio presentata settimana scorsa dalla Commissione Ue. Lo sostiene la società di comunicazione FleishmanHillard, autrice di una breve analisi sul piano Ue che, è bene ricordarlo, non contiene azioni concrete ma tratteggia una serie di iniziative che saranno presentate nei prossimi mesi. “Con un’inversione a U da parte della Commissione”, il piano d’azione “non solo prevede l’eliminazione graduale dei sussidi alla prima generazione di biodiesel e bioetanolo, ma segnala anche che l’intenzione della Commissione di sostituirli interamente con biocarburanti avanzati”, riporta FleishmanHillard, secondo cui tale proposta incontrerà una “dura opposizione” degli Stati membri dove l’industria dei biocarburanti di prima generazione ha cominciato a svilupparsi.
L’idea dell’esecutivo comunitario è di eliminare i sussidi ai carburanti “verdi” più datati a partire dal 2020, così da favorire quelli più avanzati e stimolare una maggiore concorrenza con i combustibili fossili.
Se da un lato i produttori di biocarburanti possono essere considerati i grandi perdenti, dall’altro buone notizie sono arrivate per l’industria del gas, che “sarà stata felice di sentire che il Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) è visto come il carburante scelto per le navi e per i veicoli pesanti”, scrive la società di comunicazione. L’esecutivo ha infatti chiesto agli Stati di favorire la transizione verso il Gnl accelerando lo sviluppo di una rete europea di rifornimento per i veicoli a gas.