Bruxelles – Piuttosto che continuare a criticare la Turchia, l’Unione europea dovrebbe preoccuparsi degli impegni che ha preso con Ankara sui migranti e che non sta rispettando. Attaccato da ogni parte d’Europa, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan non fa alcun passo indietro e anzi, intervistato dalla televisione tedesca ARD, contrattacca: “I governi (europei) non sono onesti”, rilancia. “Tre milioni di siriani o di persone arrivate dall’Iraq si trovano in questo momento in Turchia” e “l’Ue non ha mantenuto le sue promesse sulla materia”. Gli Stati membri, ricorda infatti Erdogan, avevano “promesso tre miliardi di euro” per aiutare Ankara nella gestione dei profughi sul territorio, ma fino ad ora sono davvero arrivati, secondo il presidente turco, “da uno a due milioni”, mentre le spese turche si aggirano, secondo le stime di Erdogan, intorno ai 12 miliardi di dollari. “Chiedetegli: avete pagato? La Turchia ospita ancora tre milioni di persone. Cosa farebbe l’Europa se lasciassimo andare queste persone in Europa?”, minaccia Erdogan. “L’Ue sta rispettando i suoi impegno e dichiarazioni che affermano il contrario non sono vere”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas. “L’Ue continua a rispettare i suoi impegni”, presi nell’accordo con la Turchia, “inclusi i finanziamenti dello schema per i rifugiati”, e “ci aspettiamo lo stesso dalla controparte turca”, così come “ci aspettiamo che la nostra cooperazione su rifugiati e i migranti continui”, ha continuato Schinas ricordando che al momento “740 milioni sono già stati stanziati” e annunciando che l’esecutivo di Bruxelles “adotterà misure speciali per stanziare un altro miliardo e 400 milioni per i rifugiati portando in totale a 2,15 miliardi il finanziamento totale prima della fine del mese”.
Erdogan non ha fatto nessun passo indietro nemmeno sulla possibilità di reintrodurre la pena di morte nel Paese per punire i presunti autori del tentativo di colpo di Stato. “Cosa ci dicono i cittadini oggi? Vogliono che la pena di morte sia reintrodotta. E noi come governo dobbiamo ascoltare cosa dicono i cittadini, non possiamo dire ‘no, non ci interessa’”, insiste Erdogan, ricordando che la decisione non spetta comunque a lui solo: “Non sono un re, sono solo il presidente del Paese”. Erdogan tiene anche a ricordare che in molte parti del mondo la pena di morte è considerata come una pratica normale: “Solo in Europa non c’è la pena di morte. Altrimenti è quasi ovunque”.