Bruxelles – Il candidato repubblicano per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, Donald Trump, si è conquistato un nuovo sostenitore grazie alle proposte per la politica antiterrorista. “Io stesso non avrei potuto descrivere meglio ciò di cui l’Europa ha bisogno”, ha commentato Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria, durante un evento in Romania, a Băile Tușnad (un’area con un’ampia popolazione ungherese). Il premier ha precisato: “Io non sono un attivista della campagna di Donald Trump. Non avrei mai pensato che sarei arrivato a considerarlo il migliore per l’Europa e l’Ungheria tra le possibilità disponibili. Ma ho ascoltato il candidato e lui ha fatto tre proposte per combattere il terrorismo. Come europeo, io non avrei espresso meglio ciò di cui l’Europa ha bisogno”.
Prendendo spunto dalle parole del candidato presidente, Orban ha dichiarato che nella lotta al terrorismo l’Ue dovrebbe stabilire un miglior servizio di intelligence, tramite una cooperazione globale dei diversi organi europei. Inoltre, come suggerito da Trump, “l’esportazione della democrazia deve essere fermata”: la precedenza attribuita alla democrazia rispetto alla stabilità ha portato ad una situazione di destabilizzazione in Libia, Siria e in Iraq a causa delle operazioni e degli interventi dei Paesi occidentali, scatenando in ultima analisi la crisi dei migranti, ha spiegato il primo ministro. Seguendo questo pensiero, l’attuale situazione della Turchia richiede di attribuire priorità alla stabilità anziché ai diritti umani e politici, per quanto, precisa Orban, l’Ungheria non sia “indifferente” a questo aspetto. “Se mi viene chiesto qual è la più forte aspettativa ungherese riguardo alla Turchia oggi, noi mettiamo la stabilità al primo posto” perché “se la Turchia diventa instabile, molte decine di milioni di persone da questa regione si riverseranno in Europa senza alcun tipo di filtraggio, schermatura o controllo”.
Il premier si è già reso noto in precedenza per la sua linea dura contro l’accoglienza dei migranti, con la costruzione di barriere di filo spinato lungo la frontiera sud del Paese e con la campagna a favore del referendum che chiederà agli ungheresi di votare sulla politica comunitaria delle quote di immigrazione. “L’immigrazione è una minaccia. Aumenta il terrorismo e il crimine. Gli imponenti flussi migratori cambiano il profilo culturale dell’Europa. Gli imponenti flussi migratori demoliscono le culture nazionali. Se questo punto di vista fallisce nel diventare un orientamento europeo, noi sono saremo in grado di agire”, ha affermato il premier. E per Orban non ci sono dubbi sui responsabili della critiche condizioni attuali: “Dobbiamo chiarire che il nostro problema non è alla Mecca, ma a Bruxelles. I burocrati di Bruxelles sono un ostacolo per noi, non l’Islam”. L’Ue è stata incapace di difendere i suoi cittadini e le sue frontiere esterne, nonché “incapace di tenere insieme la sua comunità – come si può vedere dall’uscita del Regno Unito. Di che altro c’è bisogno per affermare che l’attuale leadership politica dell’Europa ha fallito?”. Per Orban l’Ue ha compiuto alcuni fatali errori, come incrementare i poteri del Parlamento europeo e lasciare che la Commissione prendesse decisioni senza il pieno consenso degli Stati membri. La soluzione del premier prevede la restituzione di ampi poteri ai Paesi dell’Unione, cosicché questi possano prendere le proprie decisioni in particolari materie come la gestione dell’immigrazione.