Bruxelles – Più di cinquanta deputati europei hanno sottoscritto una lettera indirizzata al Mediatore europeo Emily O’Reilly per contestare la correttezza dell’accettazione della nomina da parte di José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea dal 2004 al 2014, a presidente non esecutivo della società Goldman Sachs.
Promossa da Barbara Spinelli (GUE/NGL) e firmata da altri 20 eurodeputati italiani tra cui Laura Ferrara (EFDD) e Brando Benifei (S&D), con questa lettera i parlamentari europei chiedono al Mediatore europeo di valutare se la nomina di Barroso possa essere considerata in contrasto con i doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l’accettazione, dopo la cessazione dell’incarico, di determinate funzioni o vantaggi, di cui all’articolo 245 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
“Considerando il ruolo centrale della Commissione nel gestire le conseguenze della crisi economica e finanziaria a livello europeo – è scritto nella lettera – chiediamo al Mediatore europeo di valutare se la nomina dell’ex Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso a Presidente non esecutivo della Goldman Sachs International possa rappresentare una violazione del dovere di onestà e delicatezza e allo stesso tempo chiediamo di valutare se la risposta data dall’attuale Commissione a tale nomina possa costituire una violazione dell’articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (obbligo per l’amministrazione di motivare le proprie decisioni)”.
I parlamentari, inoltre, hanno chiesto al Mediatore europeo di verificare se le differenti disposizioni relative al periodo di cooling-off contenute nel Codice di Condotta per i Commissari (18 mesi) e nello Statuto dei Funzionari delle Comunità Europee (24 mesi) possano dar luogo ad una violazione del principio di uguaglianza e non discriminazione.
La Mediatrice europea O’Reilly si era già espressa sulla questione Barroso-Goldman Sachs il 12 luglio, invitando la Commissione europea a rivedere il codice di condotta affinché venga meglio specificato come gli ex commissari dovrebbero comportarsi e ad introdurre sanzioni per la violazione delle sue norme.
Dal Berlaymont c’è stata, al momento, soltanto una presa d’atto della scelta di Barroso e l’attuale presidente Juncker, a detta del portavoce Margaritis Schinas, non intende «né commentare, né dare giudizi». Eppure la Commissione ed il Consiglio (ma non il Parlamento Europeo) sono le uniche istituzioni legittimate dall’articolo 245 TFUE a fare istanza alla Corte di Giustizia affinché questa pronunci la decadenza dal diritto alla pensione di Barroso. Sempre che ciò rappresenti un problema per il nuovo arrivato in casa Goldman Sachs.