Roma – Il Regno unito non prenderà la presidenza di turno dell’Ue nel 2017. Lo rende noto una portavoce della premier britannica Theresa May, secondo la quale, dopo aver parlato con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, la neo inquilina del civico 10 di Downing Street “ha proposto che il Regno Unito debba rinunciare alla presidenza a rotazione, attualmente prevista per la seconda metà del 2017, sottolineando che dovrebbe rendere prioritari i negoziati per lasciare l’Ue”. La portavoce aggiunge che Tusk ha “rassicurato la premier che aiuterà a rendere questo processo il più fluido possibile”.
La decisione (anticipata a suo tempo da Eunews) – che evita a May l’imbarazzo di un conflitto di interessi tra il ruolo di negoziatore per l’uscita del proprio Paese dall’Ue e quello di guida del Consiglio europeo – viene annunciata in una giornata che per May sarà intensa sul fronte Brexit. L’argomento sarà oggetto del question time in Parlamento, cui oggi la premier parteciperà prima di partire per Berlino, dove con la cancelliera Angela Merkel discuterà dei negoziati per l’abbandono dell’Ue da parte del Regno unito. Lo stesso tema verrà affrontato domani in un incontro con il presidente Francese Francois Hollande.
Nel frattempo si cerca di capire come riempire il vuoto lasciato dalla rinuncia del Regno Unito nel calendario delle presidenze Ue, già programmato fino al 2020. Il Belgio si è già detto pronto a prendere la presidenza di turno al posto di Londra nel secondo semestre 2017. “Il Belgio è disposto a prendere la presidenza se ci sarà chiesto”, ha dichiarato il portavoce del ministro belga agli Affari esteri, Didier Reynders. Ma la soluzione più probabile, secondo qualcuno, sarebbe il prolungamento delle due presidenze che precedono e seguono il periodo che avrebbe dovuto essere del Regno Unito, Malta ed Estonia, per tre mesi ciascuna.
“Non vogliamo abbandonare i nostri amici europei”, ha detto Theresa May dopo l’incontro di mercoledì pomeriggio a Berlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Brexit significa Brexit”, ha ribadito May, ripetendo però anche che devono essere mantenute salde relazioni coi Paesi Ue. “È normale che un nuovo governo pensi a quali siano i propri interessi – ha risposto Merkel -, ed è nostro interesse che la Gran Bretagna si chiarisca e si presenti con idee chiare. Una buona preparazione è nell’interesse dell’Ue”.
Il Regno Unito non chiederà formalmente di lasciare l’Unione Europea “prima della fine del 2016”, ha ricordato May, sottolineando che il suo Paese ha bisogno di tempo per prepararsi ai negoziati di fuoriuscita dall’Ue. Spetta però alla Gran Bretagna, ha replicato Merkel, “definire i propri futuri rapporti con l’Unione”, e in sede di trattative ambedue le parti “tuteleranno i rispettivi interessi”.
Nel merito, a quanto si è appreso, le due cape di governo hanno immaginato, alla fine del negoziato biennale per la separazione, una fase transitoria di partecipazione allo Spazio economico europeo da parte della Gran Bretagna, mentre si definirà un nuovo accordo di libero scambio bilaterale. L’abbandono formale dell’Unione potrebbe avvenire nel primo semestre del 2019.