Bruxelles – L’Unione europea ha lanciato un caso all’Organizzazione mondiale del commercio contro le restrizioni della Cina sulle esportazioni di materie prime essenziali per le industrie europee. “Non possiamo restare con le mani in mano mentre i nostri produttori e consumatori sono colpiti da pratiche commerciali sleali”, ha affermato la commissaria al Commercio, Cecilia Malmström, ricordando due passati casi simili aperti dall’Europa contro il colosso asiatico nel 2012 e 2014. “Le ultimi due decisioni del Wto sulle restrizioni delle esportazioni cinesi sono state cristalline: queste misure sono contro le regole del commercio internazionale e visto che non vediamo che Pechino intende rimuoverle dobbiamo intraprendere azioni legali”, ha spiegato Malmström.
Attualmente la Cina impone una serie di restrizioni alle esportazioni di grafite, cobalto, rame, piombo, cromo, magnesio, talco, tantalio, stagno, antimonio e indio, compresi dazi e quote di esportazioni che limitano l’accesso a questi prodotti per le aziende estere. Per Bruxelles lo scopo è favorire l’industria cinese a scapito delle imprese e dei consumatori nella Ue, in violazione delle regole generali del Wto a cui la Cina ha aderito, mentre per Pechino si tratta solo di misure volte a sostenere una produzione rispettosa dell’ambiente e sostenibile.
Le consultazioni formali tra l’Ue e la Cina – il primo passo per la risoluzione delle controversie al Wto – saranno condotte in parallelo ad una procedura simile avviata dagli Stati Uniti. In assenza di una soluzione soddisfacente entro 60 giorni, l’Ue può chiedere all’Organizzazione del commercio di istituire un panel e di pronunciarsi sulla compatibilità delle misure della Cina con le norme internazionali.