Bruxelles – La Serbia continua nel suo percorso di avvicinamento all’Unione europea. La terza conferenza per l’ingresso del Paese nell’orbita dei 28, tenutasi a Bruxelles, è stata incentrata principalmente su due importanti capitoli del negoziato: il 23, sui diritti fondamentali, e il 24, su giustizia, libertà e sicurezza. In totale, fino ad oggi sono 4, dei 35 totali, i capitoli che sono stati aperti con Belgrado.
“È davvero una bella notizia per la Serbia, stiamo affrontando due capitoli importanti e impegnativi per la sua adesione”, ha commentato il ministro degli Esteri slovacco Miroslav Lajčák, in rappresentanza della presidenza della Slovacchia al Consiglio europeo e a capo della delegazione dell’Unione europea.
I nuovi passi in avanti per l’avvicinamento di Belgrado a Bruxelles costituiscono un chiaro segno della politica di allargamento ad Est che la nuova presidenza slovacca ha posto come priorità della propria agenda politica. “La conferenza di oggi rappresenta un’azione concreta di una delle priorità della presidenza slovacca”, ha spiegato Lajčák, “per rafforzare la credibilità delle politiche di allargamento”.
Tuttavia, l’avanzamento nel processo di adesione era atteso da mesi, come ricorda il vicepresidente dei Socialisti e Democratici, Knut Fleckenstein. “Voglio congratularmi con la Serbia”, ha commentato l’europarlamentare di sinistra, “L’apertura di questi capitoli è un passo in avanti, anche se arriva in ritardo. Il nostro gruppo chiede l’apertura dei nuovi capitoli da quando sono iniziati i negoziati per l’adesione”.
Il Paese balcanico si sta impegnando a realizzare nei prossimi anni le riforme fondamentali per il paese in tema di giustizia, lotta alla corruzione, diritti fondamentali, immigrazione, diritto d’asilo, politica dei visti, frontiere, Schengen e lotta al terrorismo.
Solo se le riforme saranno avviate e se la legislazione serba si uniformerà all’acquis comunitario, l’insieme di leggi, norme e politiche che accomunano e vincolano gli Stati membri, Belgrado potrà sperare nella riuscita del processo di adesione all’Unione e, come auspica Tanja Fajon dei Socialisti e Democratici e relatore ombra per la Serbia, “trasformare la società per i suoi cittadini migliori e soprattutto per i giovani”.