Bruxelles – Nei giorni successivi al voto sulla Brexit, in tutta Europa i movimenti euroscettici hanno festeggiato, avanzando richieste di referendum anche per i loro Paesi. Persino in Italia si è parlato di ‘Italexit’ ma ora, con qualche giorno di distanza, anche tra i critici dell’Ue c’è chi prende le distanze da questa posizione. Tra questi Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle, vice presidente della Camera dei deputati, che senza rinunciare ad una carica critica verso Bruxelles, riconosce che spesso l’Unione europea è utilizzata come capro espiatorio.
L’Unione “è stata molto spesso usata dalla politica italiana come alibi, non è colpevole di tutto ciò di cui è stata accusata”, ha dichiarato Di Maio in una intervista per il giornale The Guardian. Ma è anche vero che ha dimostrato non poche mancanze: “E’ una Ue che ha deciso di abdicare dal suo ruolo di protezione del mercato interno e di protezione dei suoi cittadini”. Secondo il membro di M5s è necessario un ritorno alle origini, al sogno europeo degli inizi: “Penso che il progetto originario fosse quello giusto. Una unione politica e un senso di comunità. Dobbiamo tornare alla Comunità europea”. L’appartenza all’Ue non è in discussione quindi, diversamente dalla partecipazione alla cerchia dell’unione monetaria. Il Movimento 5 stelle ha proposto un referendum nazionale sull’euro, “un referendum che chieda ai cittadini se vogliono restare nell’euro, se vogliono andare in un’altra direzione, rinegoziare l’euro, o tornare alla lira”, ha precisato Di Maio. Ma il governo non ha appoggiato l’idea e, per la verità, di questa iniziativa si sono un po’ perse le tracce.
Perciò per ora nessun cambiamento all’orizzonte per l’Italia nella sua membership Ue, anche se, secondo il vicepresidente della Camera, i cambiamenti non mancheranno in conseguenza del voto britannico. La Brexit potrebbe risultare una mossa a favore della Penisola, spingendo le imprese a lasciare Londra per una nuova sede al sole: “L’Italia potrebbe avere una sorta di opera di reclutamento, con una tassazione che permetta alle aziende che si trovano là e che vogliono venire in Italia e contribuire allo sviluppo economico di questo paese”, ha ipotizzato Di Maio.