Bruxelles – I centri finanziari italiano e francese non hanno intenzione di rimanere immobili di fronte allo scorrere dello scenario post Brexit e chiedono un rilancio dell’integrazione europea. Dato che è Brexit, è bene che lo sia il prima possibile. Le associazioni e l’industria del settore finanziario dei due Paesi (banche, assicurazioni, fondi), riunite oggi a Parigi in occasione del Dialogo franco-italiano sui servizi finanziari, si sono accordate su alcuni punti in vista del negoziato tra l’Unione europea ed il Regno Unito. Le parole chiave sono “decisioni urgenti”. Le raccomandazioni congiunte su questi orientamenti saranno poi inviate alla Commissione Europea.
Tra le richiesta, la prima è di immediatezza: un veloce ricorso all’articolo 50 del Trattato Ue, per scongiurare gli impatti sfavorevoli per l’attività economica e finanziaria legati all’incertezza della negoziazione. L’accordo su cui si lavorerà dovrà essere chiaro ed inequivocabile e dovrà rispettare l’integrità del mercato interno. E in questo niente sconti per il Regno Unito, a cui dovrà essere applicato, come per gli altri Stati partener dell’Ue, il regime dei Paesi terzi, con la conseguente perdita del passaporto europeo per le imprese con sede nell’Uk. Inoltre le due parti invocano la garanzia di un “level playing field” in materia di regolamentazione prudenziale e supervisione da parte delle Agenzie europee, in particolare riguardo la reciprocità nell’ambito delle attività finanziarie.
Non solo immediatezza, ma anche cooperazione: in questi mesi il rafforzamento del Dialogo franco-italiano sui Servizi Finanziari sarà fondamentale, come sottolineato dal presidente della delegazione francese, Bernard Spitz e quello della delegazione italiana, Luigi Abete. I due presidenti hanno ribadito la necessità di un consolidamento dell’Unione finanziaria e di una ulteriore integrazione nell’Eurozona. Nello specifico, tra le priorità è stato indicato il rafforzamento dell’autonomia dell’industria finanziaria europea. A riguardo, una delle condizioni è la restituzione del risarcimento (clearing) delle transazioni in Euro in territorio Ue, così come il trasferimento di sede dell’Autorità Bancaria Europea (Eba), attualmente situata a Londra. Sarà necessario lavorare anche sulle piazze finanziare europee rendendole più attraenti, per assicurare l’indipendenza finanziaria dell’economia del continente, tramite il governo delle infrastrutture di mercato e il miglioramento del trattamento delle imprese finanziarie non europee sul territorio Ue. Per raggiungere lo scopo sarà fondamentale facilitare le assunzioni ed il lavoro nel settore finanziario.
Tra gli orientamenti presentati anche la necessità di accelerare il Mercato unico dei capitali, con il rafforzamento degli strumenti che permettono di mobilitare in maniera più efficace il risparmio verso servizi finanziari d’investimento nel lungo periodo e con lo sviluppo di meccanismi di finanziamento di mercato per sostenere e supportare le imprese, in particolare quelle piccole e mid-cap. L’Unione bancaria dovrà essere completata e allo stesso tempo dovrà essere frenato l’eccesso di regolamentazione, applicando in senso stretto il principio di “better regulation” ma comunque riflettendo sulla regolamentazione dello “shadow banking”.