Bruxelles – Il nome scientifico è Panthera leo, ma tutti lo conoscono come leone africano. Protagonista di documentari e foto di safari, il “re della savana” però, potrebbe diventare solo un ricordo. Rischia di sparire dal continente africano, addirittura di “estinguersi in breve tempo dal pianeta”. A farlo sapere è Lav (Lega anti vivisezione) che chiede al governo italiano di intervenire sulla questione. “Invitiamo il ministro (dell’ambiente) Galletti a esprimere apertamente il sostegno dell’Italia alla proposta dei Paesi africani affinché diventi illegale l’uccisione a scopo commerciale di leoni e dei loro prodotti derivati, e si metta uno stop all’estinzione di questa specie”.
La richiesta è arrivata al ministro con una lettera firmata dalle maggiori organizzazioni di protezione animale in Europa. Il primo passo per provare a combattere l’estinzione sarebbe spostare i leoni dall’appendice II della Cites (convenzione sul commercio internazionale delle specie in pericolo d’estinzione) all’appendice I. Vale a dire, spostarli dall’elenco delle specie “minacciate di estinzione” a quello degli animali “in grave pericolo d’estinzione”. L’occasione per farlo si potrebbe presentare già il prossimo settembre quando, in Sud Africa, si svolgerà la conferenza delle parti della convenzione Cites.
La popolazione dei leoni africani, secondo i dati del 2015 dell’Iucn (unione internazionale per la conservazione della natura), negli ultimi 21 anni, è scesa del 43% e in un futuro potrebbe calare di un ulteriore 50%. Inoltre, la presenza di questa specie nel loro territorio abituale, cioè quello africano, si ferma all’8%. Se nessuna misura verrà adottata in un tempo breve, la sopravvivenza del “re della savana” sarebbe da considerarsi “a serio rischio”. Per impedirlo, occorre fermare la caccia al leone, quella per cui appassionati da tutto il mondo – fra cui anche molti italiani – arrivano in Africa in cerca di trofei.
La chiamata all’azione per il nostro Paese arriva dato che, secondo quanto sostiene Lav, il l’Italia “fino a oggi non ha preso alcuna posizione in materia, nelle riunioni tecniche preparatorie alla prossima Cop (conferenza delle parti Cites), in corso a Bruxelles”. Questo “nonostante il nostro Paese sia uno dei maggiori protagonisti nella caccia al trofeo”.