Bruxelles – Mentre i negoziati del Ttip, il trattato di libero scambio tra Usa e Ue sono arrivati al 14esimo round, con le due parti che nonostante le difficoltà si dicono intenzionate a continuare le trattative, Greenpeace fa appello all’Unione affinché faccia un passo indietro. Secondo l’organizzazione internazionale che si batte per la difesa dell’ambiente “l’Unione europea deve riconoscere che il mondo è cambiato da quando tre anni fa sono iniziati i primi negoziati sul commercio”, ha dichiarato Jorgo Riss direttore dell’ufficio di Greenpeace a Bruxelles, “è arrivato il momento di fermare questo processo e iniziare a costruire un’Europa più giusta, democratica e verde”.
Il Ttip per l’organizzazione internazionale “nasce da un modo di fare politica non democratico e che non ha nessun interesse nella vita reale delle persone”. Ai negoziati del Ttip Greenpeace propone di sostituire un dibattito pubblico sulle politiche energetiche e ambientali e che sia aperto a tutti e non a “poche corporazioni di privilegiati”.
La sensibilità ambientalista negli anni è cresciuta sempre di più e oggi, secondo un recente Eurobarometro, il 67% degli europei vuole che l’Unione europea sia più attiva sul fronte della protezione dell’ambiente. Invece, secondo Greenpeace accordi come il Ttip o il Ceta (tra Unione europea e Canada) vanno nelle direzione opposta, perché “sono destinati a minare il sistema europeo di protezione dell’ambiente, della salute e del lavoro”.
La strada intrapresa dell’Unione andrebbe anche contro le emergenze ambientali e gli impegni emersi nell’ultimo vertice sul clima di Parigi, “da cui i capitoli dell’accordo relativi a energia e cambiamento climatici, diffusi giovedì scorso”, precisa la nota dell’organizzazione, “sono completamente lontani”.
Per quanto riguarda invece la parte dell’accordo relativa all’energia, secondo Greenpeace l’obiettivo principale del Ttip è quello di “liberalizzare il commercio dei combustibili fossili, in particolare importando il gas di scisto ad alto impatto ambientale dagli Stati Uniti verso i paesi dell’Unione europea”.
Sul fronte del cambiamento climatico il Ttip infine non risponderebbe alle preoccupazioni degli ambientalisti, perché invece di rafforzare “indebolisce il ruolo dell’Unione sulla graduale eliminazione dei sussidi per i combustibili fossili”.