Bruxelles – L’Europa aiuta le vittime del terrorismo. La Commissione europea ha stanziato 58,2 milioni di euro per dare supporto alle vittime di Boko Haram nella regione del bacino del Lago Ciad, ai confini tra Ciad, Camerun, Niger e Nigeria.
Circa trenta milioni di africani che vivono nella regione da anni sono fortemente minacciati da due mali: il terrore del gruppo islamista e la fame causata dal progressivo prosciugamento del lago. Di conseguenza, la popolazione locale è talmente vulnerabile da essere vittima anche di frequenti disastri naturali e artificiali.
Le risorse stanziate fanno salire a 203 milioni di euro l’importo del pacchetto di aiuti umanitari destinati dall’Europa alla regione del Sahel, in cui violenze e crisi alimentari non hanno mai tregua.
Gli aiuti della Commissione sono rivolti principalmente alle persone che vivono nei quattro paesi che si affacciano sul Lago Ciad, “dove più di due milioni e mezzo di persone sono sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a causa delle violenze di Boko Haram”, ha spiegato il Commissario per la gestione delle crisi e gli aiuti umanitari Christos Stylianides, che in questi giorni sta visitando la regione.
Mentre per Ciad, Camerun e Niger sono stati destinati 9 milioni di euro per ciascuno, la fetta più consistente degli aiuti, 31 milioni di euro, va alla Nigeria, il paese più colpito dall’attuale crisi umanitaria. Si stima che circa 2 milioni di nigeriani sono sfollati all’interno del Paese e, tra questi, ottocento mila persone nella zona del Nord-Est stanno affrontando pesanti carestie e hanno bisogno di aiuti immediati.
Anche in Ciad la popolazione non ha di che sfamarsi e un milione di persone sono denutrite, mentre più di 105 mila hanno lasciato le loro case per rifugiarsi in altri luoghi all’interno del paese per sfuggire alle violenze di Boko Haram. Al confine con il Camerun, invece, vivono altre 139 mila persone, anche loro sfollate.
Recentemente Boko Haram ha concentrato la propria ferocia in Niger, dove una nuova escalation di violenza ha spinto oltre 300 mila persone ad abbandonare le loro case e ripetere quel destino di fuga e fame che accomuna molti africani.