Bruxelles – Il giorno dopo l’approvazione del nuovo piano comune per il reinsediamento dei rifugiati che arrivano sul suolo europeo, giungono le critiche di quanti vi vedono solo un modo di controllare l’immigrazione piuttosto che di aiutare i rifugiati.
In prima linea per il no al nuovo piano c’è il gruppo della sinistra al Parlamento europeo, la Gue/Ngl, che parla di una proposta che “distorce il concetto del programma di reinsediamento europeo, indirizzandolo solo al controllo dell’immigrazione”. Lo spiega in una nota del gruppo la deputata svedese Malin Björk, che condanna in particolare la nuova possibilità che avranno gli Stati membri di reinsediare un rifugiato non solo dal Paese di origine ma anche da uno Stato terzo di transito in cambio del controllo delle frontiere. “Questa proposta è una continuazione del vergognoso accordo tra l’Unione europea e la Turchia che prevede che i rifugiati siano spediti in giro e che l’Europa li ceda a paesi terzi che in cambio controllano i confini”, ha commentato Björk, “Nella visione della Commissione i reinsediamenti non hanno nulla a che vedere con la protezione umanitaria”.
La proposta europea “ignora il diritto all’asilo e ci allontana dal dovere internazionale di aiutare i rifugiati”. E non solo, secondo il rappresentante della Gue in base alle nuove regole della Commissione anche “i rifugiati che arrivano per raggiungere i loro familiari che già vivono sul suolo europeo verrano considerati ‘rifugiati destinati al reinsediamento’”.
Infine, Björk ha criticato il nuovo piano anche dal punto di vista formale per mancanza di trasparenza e responsabilità: “La proposta attinge in gran parte dell’accordo tra Unione europea e Turchia in termini di regole procedurali, sebbene il Parlamento europeo non abbia espresso nessuna posizione su questo accordo molto criticato”.