Bruxelles – Il Parlamento europeo prova a rispondere alle critiche del popolo degli appassionati di armi, tra collezionisti, sportivi e cacciatori, alla nuova direttiva comunitaria in materia. Lo fa proponendo delle modifiche che sono state votate in commissione Mercato Interno con 27 voti a favore, 10 contrari e un’astensione.
“Abbiamo provato a rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, per dare loro la possibilità di continuare a praticare le loro attività sportive e di caccia”, ha rassicurato la britannica Vicky Ford (ECR), presidente della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e relatrice della proposta del Parlamento. Il testo introduce la possibilità per ogni Stato membro di permettere di usare le armi semi-automatiche, che ora saranno regolamentate in maniera molto più stringente, a coloro che dimostrano di far parte di un’organizzazione sportiva riconosciuta. Altre misure eccezionali sono previste per militari riservisti, musei e collezionisti, che tuttavia devono rispettare delle condizioni molto restrittive per l’uso e la detenzione delle armi e iscriversi a un registro nazionale.
Con la direttiva per i 12 milioni di proprietari di armi in tutta Europa sono previsti controlli più stringenti sulle armi a “colpo singolo”, le cosiddette semi-automatiche, per evitare che possano finire nel mercato nero, nelle mani di esponenti della criminalità organizzata o di terroristi. Che il pericolo sia reale lo hanno dimostrato i recenti attentati al giornale satirico Charlie Hebdo, in cui i terroristi hanno utilizzato le cosiddette “armi da fuoco acustiche”, armi da fuoco riconvertite in semiautomatiche e solitamente usate per scopi cerimoniali.
Sia le prime che lo seconde saranno sottoposte a controlli più severi. La direttiva, che ha l’obiettivo di superare la precedente “EU firearms directive” del 1991 poi emendata nel 2008, nasce per superare le differenze normative delle varie legislazioni nazionali sulle armi e la carenza nello scambio di informazioni tra Paesi che facilita le azioni terroristiche. Il testo in discussione presso le varie commissioni del Parlamento europeo serve a disciplinare la detenzione e l’uso personale delle armi, nonché i movimenti di armi tra un paese e l’altro dell’Europa.
Cosa cambia con le nuove modifiche alla direttiva sulle armi? La categoria della armi “A”, in cui rientrano quelle usate per uso civile, da caccia o da sport, è stata notevolmente ridotta. Nella Categoria “A” rientrano armi con caratteristiche specifiche come le armi semi automatiche, capaci di sparare 20 colpi senza essere ricaricate, alcune armi da fuoco pieghevoli o quelle dotate di un telescopio.
Armi selezionate per la loro pericolosità, in base alla possibilità di ridurre le dimensioni e il numero di colpi disponibili. Un criterio che Pascal Durand, un membro del Comitato mercato interno dei Verdi-ALE ha giudicato come “obiettivo” e che quindi “seppellisce la proposta controversa della Commissione (del novembre 2015, n.d.a.) che si basava sul solo criterio di somiglianza con le armi automatiche”. Purtroppo, ha aggiunto, “i criteri adottati dal Parlamento sono meno ambiziosi di quelli fissati dagli Stati membri che hanno recentemente adottato il loro orientamento generale su questo”.
La direttiva vuole introdurre un nuovo sistema che controlli non solo chi acquista e detiene le armi ma anche i movimenti che le armi fanno all’interno di un Paese membro e tra un Paese e l’altro. I detentori di armi potranno essere sottoposti, in accordo con la legge nazionale, a test medici psichiatrici e psicologici prima di ottenere l’autorizzazione al possesso delle armi. A livello nazionale, ogni Stato membro potrà introdurre un sistema di monitoraggio per il rilascio o rinnovo delle autorizzazioni. Nei Paesi in cui questo sistema è attivo salta il limite dei cinque anni di validità dei certificati per la detenzione delle armi.
Infine, anche comprare le armi on line sarà più difficile: broker e rivenditori autorizzati dovranno verificare l’identità dell’acquirente. “Le regole sull’uso delle armi da fuoco per scopi civili devono essere aggiornate per rafforzare la sicurezza”, ha ricordato Evelyne Gebhardt dei Socialisti e Democratici in Parlamento.