Bruxelles – La sua ultima riunione nella House of commons, la 215esima, David Cameron l’ha conclusa tra applausi e standing ovation. “Mi mancherà il boato della folla”, ha ammesso durante il suo ultimo discorso a Westminster. E ha concluso con una punta di nostalgia ripensando ai sei anni trascorsi al numero 10 di Downing street: “Una volta, ero il futuro”, ha ricordato. Appena il tempo di sedersi ed è scattato l’applauso. I conservatori si sono alzati, gli oppositori del Labour no, ma hanno comunque espresso solidarietà a un Primo ministro che si è detto pronto a “continuare a dare il suo supporto” a tutta la politica britannica, oltrepassando gli schieramenti. E che ha invitato Theresa May, che da stasera a prenderà il suo posto, a “restare il più vicino possibile all’Unione europea”.
Prima del discorso di congedo dal governo, Cameron aveva rilasciato, alle pagine del giornale Daily Telegraph quello che in molti hanno ribattezzato come un “testamento”. Dalle sue dichiarazioni, trapela la speranza di “vedere un Paese più forte, migliore, con un’economia fiorente e maggiori chance di progredire”. In quello che suona più come un bilancio del suo governo, che un congedo o una riflessione – abilmente evitata – su Brexit.
Ora tocca a Theresa May che, come vuole il protocollo, dovrà recarsi dalla Regina Elisabetta II per la “stretta di mano” che sancirà definitivamente la sua nomina a Primo ministro del Regno unito, il tredicesimo da quando sua maestà è sul trono. Sarà lei la seconda donna, dopo Margaret Thatcher, a guidare la Gran Bretagna. E mentre i camion per i traslochi vanno e vengono da Downing Street, May è impegnata a vagliare le nomine per il nuovo governo. Sono attesi già per stasera, secondo indiscrezioni, i nomi del cancelliere dello scacchiere, del ministro degli Esteri e degli Interni. Sui possibili candidati c’è ancora molta incertezza, ma sembra che May abbia un obiettivo da raggiungere: aumentare il numero di donne nel governo. Con Cameron si fermavano a sette, lei compresa.