Bruxelles – La “questione Barroso” non è destinata a dissolversi in sordina. La recente nomina dell’ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, come presidente non esecutivo della banca d’affari Goldman Sachs ha scatenato critiche da più parti. E tra queste non poteva mancare la reazione del mediatore europeo Emily O’Reilly, che ha invitato la Commissione a rafforzare le regole relative agli incarichi “sensibili” che possono essere assunti da presidenti e da ex commissari dopo la fine del loro mandato per l’esecutivo comunitario. O’Reilly ha fatto presente che “ogni traccia che (dimostri che) lo spirito della legge viene ignorato rischia di minare la fiducia del pubblico nell’Ue. Essa mina anche i passi positivi che la Commissione ha adottato finora su questioni etiche e fa un pessimo servizio per ogni funzionario dell’Ue coscienzioso e impegnato”. Secondo il mediatore “il ‘diritto al lavoro’ deve essere bilanciato con il diritto del pubblico ad una amministrazione etica, in particolare quando si tratta di coloro che detengono, o che hanno ricoperto, posizioni molto alte”.
O’Reilly ha spiegato che per valutare potenziali conflitti di interesse l’attuale normativa prevede un obbligo di notifica da parte degli ex commissari all’esecutivo comunitario solo se questi hanno in programma di esercitare una professione nei 18 mesi successivi alla fine del loro mandato. Ma “l’adesione tecnica alle norme elaborate ed attuate dalla Commissione stessa può o non può conformarsi pienamente all’articolo 245 del Trattato (sul funzionamento dell’Union europea)” che precisa il dovere dei Commissari di comportarsi con integrità anche dopo la cessazione del servizio. La questione spinosa sta nel fatto che l’articolo non fa menzione di alcun lasso di tempo a questo proposito. Il mediatore ha invitato la Commissione Juncker a rivedere il codice di condotta per fare chiarezza sulla questione e per fare in modo che questo rifletta effettivamente le imposizioni stabilite dall’articolo del Tfue. Inoltre O’Reilly propone che l’introduzione di sanzioni per le violazioni degli obblighi previsti dal codice.