Bruxelles – “Dobbiamo trattare tutti i consumatori in modo uguale”. Solo così, per il vicepresidente per il mercato unico digitale della Commissione europea, Andrus Ansip, si supererà l’ostacolo del geoblocking, che impedisce ai consumatori di accedere ad alcuni contenuti online perché questi sono disponibili solo per i residenti in un determinato Stato membro. “I venditori non devono porre restrizioni chiedendo documenti d’identità o non accettando certi tipi di carte di credito”, ha ribadito Ansip in un dibattito aperto, a Bruxelles, sulla strategia digitale.
La Commissione aveva lanciato, lo scorso maggio, la sua proposta per implementare il mercato unico digitale. Questa comprendeva un piano per eliminare il geoblocking e favorire la portabilità dei contenuti online oltre i confini degli Stati membri. Erano stati questi due i “temi caldi”. E lo sono ancora. Lo ha ribadito lo stesso Ansip, che ha ammesso anche che “servirà tempo”. Intanto il 2% dei consumatori non può ancora usufruire dei servizi online di cui avrebbe bisogno. “Il 27% di quelli che invece l’accesso ce l’hanno, non possono registrarsi”, ha spiegato il vicepresidente, “mentre chi riesce a registrarsi – il 33% – ha un problema nel momento dell’ordine”. Chi supera questi ostacoli si trova comunque davanti ad altre difficoltà: una “carta di credito ritenuta sbagliata per l’acquisto”, per esempio.
Così come si trovano ancora in difficoltà i pendolari che portano i loro contenuti digitali da uno Stato all’altro quasi ogni giorno, da Malmo a Copenhagen, da Vienna a Bratislava o – come capita allo stesso Ansip – da Bruxelles a Strasburgo. Con la proposta dell’esecutivo comunitario il vicepresidente è fiducioso di aver “trovato un buon compromesso” sulla questione anche se “è troppo presto per dire qualcosa in più”. L’approccio rimane quello di procedere “un passo alla volta”, con l’obiettivo di arrivare ad avere “delle regole per i contratti online” e di far sì che, “dal primo giorno” dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, venga proibito il blocco dei contenuti digitali, in modo che musica, e-book e altri servizi popolari siano accessibili senza differenze (territoriali).
La certezza, per il digital single market, dopo consultazioni pubbliche e una strada che è stata percorsa ancora solo a metà, è quella della creazione di posti di lavoro. Si arriverà alla cifra di 4.8 milioni di persone impiegate nel settore dell’innovazione e del digitale nel 2018. Vale a dire tre milioni in più rispetto alla situazione attuale. “Le nuove tecnologie, come anche le nuove sfide sull’utilizzo del 5G, elimineranno sì qualche vecchia posizione, ma ne creeranno molte nuove”. Il fatto che il 22% dell’industria delle app si sviluppi in Europa, è per Ansip un segnale che conferma le previsioni