Roma – “Ci sono alcune realtà da rimettere a posto, nel credito europeo”, e “ci stiamo lavorando”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, derubrica a “piccoli problemi” quelli che stanno alla base della volatilità scatenatasi sui titoli bancari con la vicenda Brexit. Tanto la questione dei crediti deteriorati per le banche italiane che quella dei derivati tossici per le banche tedesche, secondo il premier “si possono risolvere semplicemente con il buon senso, rispettando le regole” europee. Quindi, sostiene in una intervista a Rtl, “non voglio mettermi a fare la guerra con la Germania, ma pretendo rispetto per l’Italia”.
Ieri Renzi si era detto fiducioso che una soluzione compatibile con il quadro normativo dell’Ue sia a portata di mano, e aperture sono arrivate anche dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Djisselbloem. Tanto da far dire al premier che “i correntisti di Monte dei Paschi possono dormire sonni tranquilli”. Insieme “con gli altri capi di governo possiamo fare un buon lavoro” sui problemi delle banche, le quali “devono ricominciare a fare credito a famiglie e imprese” per favorire la ripresa economica.
“In Europa, a maggior ragione dopo la Brexit, serve buonsenso”, ripete. Dopo la vittoria del Leave al referendum che ha sancito l’uscita del Regno unito dall’Ue, “hanno ridotto tutti le stime di crescita”, riconosce l’inquilino di Palazzo Chigi. Quindi “ci sarà a breve un rallentamento dell’economia europea, ma nel medio periodo i danni li sentiranno di più loro”, i britannici, prevede.
Qualche dispiacere all’Uk proverà a darlo anche il governo italiano, che sta “provando con Beppe Sala (neosindaco del capoluogo meneghino, ndr) a portare a Milano un po’ di istituzioni finanziarie e sanitarie europee che sono a Londra”. Il riferimento è all’Autorità bancaria europea (Eba) e all’Autorità europea per i farmaci (Ema), che l’esecutivo vorrebbe si trasferissero in Italia e ha predisposto una task force impegnata nella missione.
Nel suo intervento alla radio, Renzi annuncia anche di voler proseguire nel solco di una politica economica espansiva, indicando la necessità di “lavorare di più” per ridurre le tasse, in particolare per “famiglie, pensionati, partite iva e piccole e medie imprese”. Per ora preferisce non indicare le misure concrete. Le “vedremo nella Legge di stabilità”, promette. Nessuna anticipazione neppure sull’entità della riduzione fiscale che ha in mente, se non la garanzia che il taglio andrà fatto “rispettando i vincoli europei tutt’altro che semplici”. Trovare la quadre è un’operazione che spettarà al titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nei prossimi mesi.