Bruxelles – Il primo passo è fatto. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, non ha nulla da obiettare sulla scelta di Julian King come nuovo membro britannico dell’esecutivo comunitario al posto del dimissionario Jonathan Hill, che ha preferito lasciare l’incarico di commissario alla Stabilità finanziaria dopo il risultato del referendum sulla Brexit. Questa mattina a Bruxelles il capo della Commissione ha tenuto a colloquio per più di un’ora il candidato scelto venerdì dal premier britannico, David Cameron e alla fine del faccia a faccia ha dato la sua luce verde: “Nel corso dell’incontro e sulla base della sua biografia, Juncker ha potuto stabilire le competenze europee di Sir Julian”, ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, sottolineando che “lo scopo del colloquio era quello di determinare l’abilità del candidato a servire come commissario europeo sulla base dell’articolo 17.3 del Trattato dell’Unione europea”.
L’articolo specifica che “i membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza”. Requisiti che, secondo Juncker, il candidato britannico rispetta. Stabilito questo, al presidente della Commissione rimane ora da decidere quale portafoglio assegnare al nuovo arrivato. Compito decisamente delicato, visto che, prima delle dimissioni volontarie di Hill, da più parti, a cominciare dal Parlamento europeo, si erano levate voci per chiedere che al rappresentante di un Paese che ha ormai deciso di lasciare l’Unione, fosse assegnato un incarico ben più marginale di quello di cui era titolare il rappresentante britannico. Su questo la decisione arriverà “entro la fine di questo mese”, ha specificato Schinas, che ha anche sgombrato il campo dall’ipotesi secondo cui, vista la particolare situazione del Regno Unito, al commissario britannico potrebbe non essere assegnato alcun portafoglio: “Sono tentato di escludere questa possibilità”, ha risposto alle domande dei giornalisti.
Solo dopo la scelta del possibile portafoglio da parte di Juncker, King dovrà anche passare le forche caudine del Parlamento europeo, davanti a cui dovrà tenere un’audizione definita da Martin Schulz come “quantomeno inusuale”. La commissione parlamentare competente, in base all’incarico per cui propenderà Juncker, torchierà il candidato e, vista la situazione, potrebbe non essere tenera. A fine audizione la conferenza dei capigruppo del Parlamento esprimerà, in una lettera, il suo parere su King e se dovesse esserci una spaccatura evidente si potrebbe arrivare fino al voto in Aula. Anche il Consiglio dovrà approvare, a maggioranza qualificata, la nomina del nuovo commissario britannico. Una procedura che, secondo il portavoce della Commissione, si concluderà comunque entro “l’estate 2016”. La nomina del commissario britannico è comunque vista da Bruxelles come completamente slegata dall’attivazione dell’articolo 50 per lanciare la procedura di divorzio dall’Ue: “Fino a che il Regno Unito resta a pieno titolo membro dell’Ue – spiega la Commissione – la conseguenza logica è che ha diritto ad un membro di nazionalità britannica nel collegio e il processo è già in corso”.