Bruxelles – Aria di bufera si addensa contro l’ex presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, recentemente nominato presidente non esecutivo della banca d’affari Goldman Sachs. Il nuovo ruolo di Barroso è stato indicato come potenziale fonte di conflitto di interessi, data la posizione ricoperta dal 2004 al 2014 per l’Ue. “José Manuel porta in Goldman Sachs una grandissima esperienza e preparazione, oltre ad una profonda conoscenza dello scenario europeo”, ha spiegato la banca, ma a Bruxelles proliferano le polemiche, in effetti mai mancate intorno alla figura dell’ex presidente della Commissione, accusato in passato di aver condotto una politica poco lungimirante per l’Unione.
La Commissione europea ha attestato la legalità della decisione, avendo rispettato la normativa vigente che impone una parentesi di 18 mesi tra l’occupazione per l’Ue ed il nuovo incarico. Inoltre l’ex leader dell’esecutivo comunitario ha rinunciato all’indennità transitoria prevista per tre anni per i membri che lasciano la loro posizione alla Commissione. D’altra parte però molte voci sostengono che questo nuovo incarico viola l’articolo 245 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che impone ai Commissari “doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l’accettare, dopo la cessazione (del mandato), determinate funzioni o vantaggi”.
Nella schiera degli indignati gli europarlamentari socialisti e radicali che hanno definitivo l’assunzione “indecente, scandalosa e vergognosa”, ribadendo il loro impegno a “renderla impossibile con ogni sforzo”. Secondo questi deputati non sono stati rispettati né l’articolo 245 del Tfue né il giuramento di insediamento dello stesso presidente del maggio 2010 e Barroso dovrebbe essere privato del diritto alla pensione. Inoltre hanno proposto una revisione del codice di condotta che aumenti a 5 anni (il periodo di una legislatura) la pausa obbligatoria tra un lavoro e l’altro alla fine del mandato dei commissari. Se la decisione diventerà comunque effettiva, i parlamentari socialisti e radicali sostengono la necessità di fornire una piena tracciabilità di tutti i contatti che intercorreranno tra Barroso e il suo team con i membri, i funzionari governativi ed i rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio.
Anche il gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/Ngl) al Parlamento europeo ha denunciato il conflitto di interesse, chiamando in causa la passata politica dell’ex presidente della Commissione: “Questa nomina è del tutto vergognosa. Barroso ha aspettato la fine dei suoi 18 mesi di tempo per raccogliere subito la sua ricompensa per il buon lavoro che ha fatto per la Goldman Sachs e per i mercati finanziari, devastando la vita di milioni di cittadini europei con l’austerità in Portogallo, Grecia, Irlanda, Spagna, Italia, tra gli altri”, ha dichiarato la parlamentare del gruppo Marisa Matias.