Bruxelles – In un momento di “sfide senza precedenti”, Unione europea e Nato hanno deciso che “è arrivato il momento di dare nuovo impulso e nuova sostanza alla partnership strategica” che già esiste da anni. A ufficializzare l’accresciuta voglia di cooperazione, una dichiarazione congiunta firmata a Varsavia, dove è in corso il Summit dell’Alleanza atlantica, dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e da quello del Consiglio europeo, Donald Tusk. “Alla luce delle sfide comuni con cui ci dobbiamo confrontare dobbiamo accrescere i nostri sforzi: ci servono nuovi modi di lavorare insieme e un nuovo livello di ambizione”, recita il testo. “Una Nato più forte e una Ue più forte – continua la dichiarazione – si rafforzano reciprocamente. Insieme possono provvedere meglio a sicurezza in Europa e oltre”.
Il documento identifica anche sette punti su cui è “urgente” lavorare. Il primo obiettivo è quello di aumentare la capacità di affrontare le minacce ibride, quelle cioè, secondo la definizione della Nato, poste da avversari capaci di impiegare contemporaneamente mezzi convenzionali e non convenzionali adattandoli alle caratteristiche dei propri obiettivi. Si punta anche ad aumentare la cooperazione operativa in mare e sul fronte immigrazione, a collaborare di più in tema di cyber security, a sviluppare capacità di difesa coerenti e complementari, a favorire lo sviluppo di industria e ricerca sulla difesa, ad aumentare le esercitazioni coordinate (anche sulle minacce ibride) a partire da 2017 e 2018, migliorare la resilienza delle infrastrutture civili dei paesi europei.
Una “decisione storica” che “ci permetterà di lavorare più strettamente insieme e più strettamente che mai”, ha commentato Stoltenberg, secondo cui “separatamente né la Nato né l’Ue possono pienamente affrontare” le sfide di oggi, ma “insieme – è convinto il segretario generale dell’Alleanza atlantica – siamo una squadra formidabile con i mezzi necessari per proteggere i nostri cittadini e per proteggere la stabilità nel nostro vicinato”. Secondo Stoltenberg Ue e Nato hanno in questi mesi già unito le forze sulla Russia, visto che alle sanzioni Ue ha corrisposto da parte dell’Alleanza il più grande aumento nelle forze di difesa dalla Guerra Fredda, e sulla lotta al traffico di migranti nell’Egeo, dove la Nato ha dispiegato le sue navi. Insomma “abbiamo concluso più accordi negli ultimi sei mesi che negli ultimi tredici anni”, fa i conti Stoltenberg, secondo cui ora è però arrivato il momento di “portare la cooperazione ad un livello nuovo e ancora maggiore”, concentrandosi in particolare sulla lotta alle minacce ibride e su una nuova cooperazione nel Mediterraneo. Una delle conseguenze concrete che ci si attendono dalla dichiarazione è infatti il sostegno che la Nato dovrebbe apportare all’operazione navale dell’Unione europea nel Mediterraneo centrale, l’operazione Sofia (inizialmente Eunavfor Med).
“Visto che affrontiamo l’instabilità, questo non è il momento per l’introspezione o l’isolamento”, ha concordato Jean-Claude Juncker, secondo cui nel contesto attuale “dobbiamo usare tutti i mezzi a nostra disposizione”. Molto, secondo il presidente della Commissione, è già stato fatto negli ultimi diciotto mesi. In aprile, ricorda, è stata lanciata una strategia contro le minacce ibride mentre proprio la scorsa settimana è stata lanciata una partnership pubblico-privato per rafforzare la cybersecurity. Con questa, nei prossimi 4 anni, ricorda Juncker, si mira a mobilitare 1,8 miliardi di euro di nuovi investimenti. Entro fine anno, continua il capo dell’esecutivo Ue, sarà messo a punto un nuovo piano d’azione per la difesa che riunisca tutti gli strumenti che l’Ue può offrire (politiche, programmi e finanziamenti) per supportare la cooperazione nel settore della difesa e l’industria della difesa. Anche sulla ricerca nel campo della difesa si è deciso di puntare con un azione preparatoria da 90 milioni già concordata. Questa settimana, ricorda infine Juncker, è stato rafforzato l’esistente Strumento per la stabilità, che dovrebbe stanziare, da qui al 2020, 100 milioni di euro per contribuire alla costruzione delle capacità di difesa dei partner Ue nel mondo.
Dall’ultimo summit Nato due anni fa a Newport, nel Regno Unito, “il mondo come lo conosciamo è cambiato drammaticamente”, ammette Donald Tusk, secondo cui ora “l’Europa può e deve fare di più per rafforzare le proprie capacità e la propria prontezza, incluso spendere di più e più saggiamente”. Iniziative che però non devono essere un’alternativa alla cooperazione con la Nato, ma anzi essere condotte di pari passo con un rafforzamento della partnership strategica con l’Alleanza. “Anche se la nostra sicurezza interna ed esterna sono strettamente legate, a volte sembra che l’Ue e la Nato siano su due pianeti diversi e non che abbiano il quartier generale nella stessa città”, fa notare il presidente del Consiglio europeo, secondo cui il problema non è da poco: “In gioco – sottolinea Tusk – c’è la vita reale: le nostre infrastrutture critiche possono essere attaccate, i nostri sistemi bancari possono essere hackerati e i nostri cittadini possono essere esposti a campagne di disinformazione sui social network”. Per questo “la nostra cooperazione è una priorità strategica”.