Bruxelles – In Polonia la polemica con la Commissione europea sul rispetto dello Stato di diritto non è ancora risolta. Il governo ha cercato di rispondere alle pressione dell’Unione europea per un ripristino dello stato di diritto approvando una versione emendata della riforma della Corte costituzionale, la cui prima versione era alla base del disappunto di Bruxelles. La riforma, approvata ieri dalla Sejm, la Camera bassa del Parlamento polacco, è già stata criticata dall’opposizione, che la ritiene insufficiente rispetto alle misure effettivamente necessarie per mantenere pesi e contrappesi democratici nel Paese. Anche l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno espresso le loro preoccupazioni sulla questione. Secondo il governo del partito Diritto e Giustizia (PiS), si tratta del tentativo di rendere la Corte costituzionale più efficace e trasparente ma per l’opposizione l’esecutivo sta invece cercando di ampliare il suo controllo sulle istituzioni statali, a partire dalla Corte costituzionale. La riforma è arrivata settimane dopo che l’Ue ha aperto una procedura senza precedenti per convincere la Polonia a rispettare lo stato di diritto, procedura che può portare fino ad una sospensione dei diritti di voto del Paese in Consiglio. In seguito all’apertura della procedura, la Commissione europea ha anche emesso una comunicazione delineando i punti di disaccordo tra l’esecutivo di Varsavia e Bruxelles. Rilievi a cui il governo polacco ha risposto solo pochi giorni fa con una missiva ancora al vaglio della Commissione.
Il compromesso più importante del PiS, nella nuova versione della riforma, riguarda la rinuncia all’aumento dei giudici necessari per l’approvazione delle sentenze, ritenuto un modo per paralizzare la Corte. Non saranno necessari i due terzi dei membri per rendere effettivo un verdetto ma, dall’altra parte, se questo disegno di legge sarà promulgato, il capo della Corte costituzionale sarà costretto ad inserire tra i suoi membri i giudici scelti dal governo, una mossa a cui il tribunale era riuscito a resistere finora. Poco prima delle elezioni di ottobre il PiS aveva cercato di limitare il numero dei giudici scelti dal precedente Parlamento nominando i propri membri per il corpo, così da impedire l’insediamenti di quelli designati in precedenza. Queste modifiche avevano allarmato la Commissione europea e la Commissione di Venezia (comitato consultivo sul tema dei diritti del Consiglio d’Europa), tanto da mettere in discussione lo stato di diritto in Polonia. Un altro punto controverso della legge riguarda l’imposizione dell’ordine cronologico nella revisione dei diversi casi sottoposti alla Corte, a prescindere dalla loro importanza, il che implica che le riforme introdotte dal partito Diritto e Giustizia saranno revisionate tra alcuni anni.
La legge ha ricevuto l’approvazione di 238 membri della Camera bassa, rispetto ai 173 contrari. Il partito liberal conservatore Piattaforma civica ha già annunciato l’intenzione di impugnare la legge nel caso in cui fosse adottata anche dal Senato e approvata dal presidente. Nessuna delle 40 modifiche proposte dall’opposizione a dicembre, durante il primo voto, è stata accettata. La Commissione europea ha ribadito la sua azione di controllo sugli sviluppi in Polonia, ma un eventuale giudizio sulla legge in questione dovrà aspettare la definitiva approvazione da parte della Camera alta e del presidente.