Bruxelles – È un Nigel Farage dimissionario, ma non meno critico sull’Unione europea, quello che è arrivato a Strasburgo dopo Brexit. Forte del risultato raggiunto, sicuro che il suo partito, lo Ukip, “avrà fantastiche opportunità” anche senza di lui alla guida, Farage ha espresso un desiderio: “Vorrei tornare qui fra cinque o dieci anni, quando quest’Unione europea non esisterà più, quando non ci saranno bandiere (europee, ndr) inni nazionali (europeo, ndr), eserciti e battaglie (qui è meno chiaro a cosa si riferisca, ndr). Ma ci sarà un’Europa basata sull’idea del 1940, sulle nazioni che decidono di avere scambi commerciali e che cooperano. Allora forse sarò io il più pro europeo”.
Uno sguardo al passato, quello in cui era appena scoppiata la Seconda guerra mondiale, e nessun timore per il futuro. “Le previsioni economiche della Gran Bretagna sono rosee”, ha ribadito Farage. Lo scenario peggiore, quello che prevede la mancanza di accordi dopo due anni dall’avvio dell’articolo 50 del trattato di Lisbona, “sarebbe comunque migliore della situazione attuale del Regno Unito nell’Ue”. Sui possibili accordi da negoziare con Bruxelles però, l’ex leader Ukip non ha idee: “Dipenderà tutto dal prossimo Primo ministro che dovranno scegliere i membri del partito conservatore”.
Quello che è certo è che, nonostante le dimissioni dalla leadership di Ukip, Farage occuperà il suo posto in Europa fino a fine mandato. Lo farà per “collaborare con i diversi gruppi che vogliono l’indipendenza” e con le forze politiche populiste. “Guardate cosa stanno facendo i Cinque stelle in Italia”, ha ricordato, “stanno trasformando la politica italiana”, in un Paese dove, secondo i dati a cui si è riferito l’ex leader Ukip, “il 48% delle persone in un sondaggio si è espresso a favore dell’uscita di Roma dall’Ue”. E dove “la crisi bancaria degli ultimi giorni manda luci rosse dall’arme” in una zona euro che “è già tornata in crisi”.
Nell’Europa del futuro, simile a quella del 1940 o no, lo spazio per gli europarlamentari britannici non ci sarà più. “Mi mancherà la teatralità del Parlamento europeo, mi dispiacerà perdermi questa pantomima, in cui tutti urlano contro di me. Mi mancheranno le amicizie, strette anche con persone di diversi schieramenti politici. Ma di certo non sentirà la nostalgia di tutta quella parte di lavoro automatizzata”. Ma perché la mancanza si faccia sentire, dovranno passare ancora anni. Farage, per ora, rimane dov’è.