La Commissione europea ha “risposto positivamente” alla richiesta da parte della Francia di sperimentare per due anni un regime di etichettatura di origine obbligatoria per il latte, e per latte e carni utilizzate come ingredienti nei prodotti alimentari preconfezionati. “Il commissario europeo Vytenis Andriukaitis – si legge in una nota diffusa dal ministero dell’agricoltura di Parigi – ha indicato in una lettera alle autorità francesi che non vi è alcun motivo per opporsi a un esperimento come quello proposto”. Una decisione, quella dell’Esecutivo, molto importante anche per il decreto italiano per l’indicazione in etichetta del latte e del latte usato come ingrediente, che si ispira a quello francese e che è in attesa del via libera di Bruxelles. Il ministro dell’agricoltura transalpino Stéphane Le Foll ha inviato il decreto autorizzato da Bruxelles alla Corte dei Conti che dovrà esprimersi entro due mesi. L’obiettivo è far entrare in vigore la norma il primo gennaio 2017. “Le modalità precise di attuazione – precisa il ministero -saranno decise nell’estate con la consultazione delle associazioni di categoria e dei consumatori”. (Notizia tratta da Ansa).
La decisione della Commissione non è per niente piaciuta a Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, che arriva a chiedere le dimissioni dell’esecutivo comunitario. “L’industria alimentare italiana è da sempre favorevole alla massima trasparenza in etichetta verso il consumatore anche sull’origine della materia prima. Riteniamo però che i decreti come quello francese o quello italiano che in materia di etichettatura impongono regole nazionali e non uniformi a livello europeo siano una sconfitta per tutti”, spiega Scordamaglia.
“Una sconfitta frutto della latitanza di una Commissione che ormai si priva di qualsiasi potere ed utilità ed addirittura del suo ruolo chiave di custode dei Trattati europei che stanno alla base dell’Unione. Una Commissione che farebbe bene, prima di distruggere quel poco che è rimasto del mercato unico e di regole europee – dice il presidente di Federalimentare – ad andare a casa prendendo atto della propria incapacità anche solo di emanare un semplice atto di esecuzione (del Regolamento 1169) che in tema di origine avrebbero posto tutti i produttori europei consumatori sullo stesso piano, proteggendo in primis proprio questi ultimi”.