Bruxelles – Volkswagen ha deciso: non ci sarà nessun rimborso, dopo lo scandalo dieselgate, per i clienti europei. La casa automobilistica di Wolfsburg sceglie così di trattare in modo diverso gli automobilisti americani da quelli dell’Ue. Per rimborsare i primi ha stanziato un fondo da 14,7 miliardi di dollari, mentre per i secondi non è previsto nessun aiuto. “Non c’è bisogno di un matematico per capire che un rimborso danni di questo tipo (in Europa) schiaccerebbe Volkswagen“, ha spiegato Mathias Mueller, amministratore delegato, in un’intervista al Die Welt.
La replica da Bruxelles non si è fatta attendere. La portavoce della commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska, ha fatto sapere che la Commissione “ha indicato da tempo che bisogna trattare i consumatori europei come quelli Usa”, anche se “non spetta alla Commissione ma a Volkswagen presentare delle soluzioni”. Ma proprio per averle, delle soluzioni, si potrebbero aspettare più di dieci anni. Lo ha precisato, in un’intervista al Sueddeutsche Zeitung, il responsabile del marchio, Herbert Diess. Secondo lui, per ristrutturare il brand dopo lo scandalo “ci vorranno più o meno due generazioni di veicoli”, cioè circa 14 anni. Nel frattempo, l’azienda investirà “in particolare sull’innovazione”.
In Italia la decisione di Volkswagen ha suscitato non poche critiche dall’Unione Nazionale dei Consumatori. Massimiliano Dona, il segretario, ha definito la scelta “una vergogna, una vigliaccata resa possibile dal fatto che, a differenza che in America, le autorità italiane ed europee sono rimaste alla finestra a guardare, mentre i consumatori pagano il fatto di non avere a disposizione una vera class action con danno punitivo come negli Stati Uniti”.