Bruxelles – Con la cultura troppo spesso non si mangia, ma qualcosa potrebbe cambiare grazie all’iniziativa finanziaria lanciata dalla Commissione europea in collaborazione con il Fondo europeo per gli investimenti (EIF). Partendo dal programma creativo europeo (2014-2020) la Commissione ha deciso di finanziare con 121 milioni di euro le piccole e medie imprese dei settori della cultura e della creatività con il “Culture and Creative Sectors Guarantee Facility (CCS GF).
Il meccanismo finanziario è stato presentato questa mattina al Beylamont Building di Bruxelles dal vice direttore generale del Fondo europeo per gli investimenti Roger Havenith e dal direttore generale della Direzione Generale della Commissione Europea per la comunicazione e la tecnologia, Roberto Viola. I settori della cultura e della creatività rappresentano in Europa 7 milioni di posti di lavoro e il 4,2 per cento del Pil. Tuttavia, spesso le parole “industria” e “cultura” non vanno d’accordo, la cultura è ancora considerata un’attività non economica. Secondo alcune stime, se non si prendono rimedi, il gap finanziario in questi settori per gli anni 2014-2020 potrebbe arrivare ad essere di oltre un miliardo di euro l’anno.
Il problema è non solo finanziario, ma è fortemente legato al fatto che “le aziende del settore creativo non riescono a ottenere finanziamenti dalle banche a causa della natura dei loro prodotti che sono intangibili – ha spiegato Roger Havenith del Fondo europeo degli investimenti – ed è difficile per una banca valutare il bene da loro prodotto.” L’industria culturale, inoltre, non ha intermediari finanziari in grado di veicolare le risorse e il programma lanciato questa mattina fornirà alle aziende proprio questo supporto.
Tutti questi ostacoli non permettono all’industria dell’audiovisivo, della musica, dei musei e dei media di poter crescere come dovrebbe. L’obiettivo dell’iniziativa della Commissione è proprio quella di invertire questa tendenza attraverso fondi che si prevede finanzieranno oltre 600 milioni di prestiti bancari per i prossimi sei anni. “Ogni euro che proviene da questo fondo garantirà almeno 6 euro di finanziamento diretto e 8 euro di investimenti”, ha spiegato Roger Havenith del Fondo europeo degli investimenti.
Anche in Italia la cultura vive spesso isolata e scollegata da logiche di tipo economico e tecnologico che le potrebbero permettere di camminare con le proprie gambe.
“E’ un’iniziativa molto importante per l’Italia che va nella direzione auspicata anche dal Ministro alla Cultura Dario Franceschini, quella di creare una possibilità per la cultura europea e italiana e per il sistema creativo di aver accesso ai fondi e alla comunità finanziaria”, ha commentato Viola.
Per Viola si tratta solo del “primo passo”: “La nostra ambizione è creare un ponte tra questa iniziativa e il fondo Juncker, in linea con quello che il governo italiano vuole fare sul fronte della cultura.”
Questo nuovo strumento finanziario, nato in seno al “Creative Europe”, principale programma europeo legato dedicato a cultura e creatività, sarà lanciato dopo l’estate, quando partirà il confronto con le varie banche d’investimento come la Cassa Depositi e Prestiti in Italia e i loro equivalenti europei. La prima tappa di questa campagna sarà in Italia, a Venezia il prossimo 3 settembre, nella città che ospita la Biennale, uno degli eventi culturali più importanti sullo scenario europeo.