Londra – La permanenza in Gran Bretagna dei cittadini europei lì residenti non sarà scontata dopo che sarà realizzata la Brexit. La loro posizione (e quantità) sarà negoziata in parallelo alla libertà di stabilimento dei cittadini britannici nell’Unione europea. E’ la posizione di Theresa May, ministro degli Interni britannico e candidata alla leadership del partito conservatore.
La favorita alla successione di David Cameron alla guida dei Tories, data in testa ai sondaggi con il 46%, si sarebbe rifiutata di escludere la possibilità rispedire a casa i cittadini dell’Ue.
Secondo quanto scritto dal quotidiano The Independent che riporta una fonte vicina a May, la stessa avrebbe dichiarato che garantendo ai cittadini Ue di poter restare nel Regno Unito anche in seguito a Brexit si avrebbe “un enorme afflusso … dei cittadini dell’Ue che avendo questa possibilità vorrebbero tutti quanti venire qui”.
La Home Secretary, nota per le sue idee molto controverse riguardo alla Convenzione Europea dei Diritti Umani, che vorrebbe abolire, avrebbe intenzione, in caso di vittoria alle primarie dei Tories, di istituire un dipartimento della Brexit, formato da negoziatori esperti, a cui affidare le trattative con l’Unione Europea.
Quello dei migranti comunitari è un tema caldo e potrebbe essere usato dalla stessa May per ottenere diritti per i cittadini britannici che vivono e lavorano all’estero. “Quello che è importante è ci sarà una trattativa sul problema della persone che sono già qui e che hanno stabilito la propria vita qui e i britannici che hanno stabilito una vita in altri paesi dell’Unione europea”, ha aggiunto la May ad Itv.
La probabilità è quella che i cittadini comunitari residenti nel Regno Unito, vengano utilizzati come merce di scambio nelle trattative per ottenere non solo un buon accordo per quelli britannici residenti nell’Ue, ma anche per l’accesso al mercato unico europeo.
I britannici residenti all’interno dell’Ue ammontano a 1,3 milioni, con la Spagna come meta preferita (319.000), e l’Italia (66.000), dopo Germania (99.900) Irlanda (249.000) e Francia (171.000). Questi rischierebbero di rimanere esclusi dalle prestazioni sanitarie e dal welfare state. Lo stesso varrebbe per i 3.3 milioni di cittadini Ue residenti in Uk. tra i quali i cittadini italiani (204.000), polacchi (883.000) e rumeni (229.000).