Bruxelles – È la “nazionale dei ghiacci”, la sfavorita per eccellenza che sfida i giganti e – per ora – vince. Basterebbe questo per rendere la storia della nazionale di calcio islandese, approdata ai quarti di finale di Euro2016, unica. Ma c’è di più. Smessi i panni dei più deboli, ora i giocatori sono famosi, delle cenerentole sostenute dalle tifoserie di tutta Europa. E le loro magliette (al prezzo di 79 euro) vanno a ruba: sold out fino al 2 luglio.
Sorridono da San Polo di Torrile, paesino in provincia di Parma, dove ha sede l’italiana Errea, produttrice delle richiestissime magliette. Anche la storia di questa azienda è quella dell’outsider che si prende la sua rivincita. Errea aveva scommesso, già nel 2002, sugli islandesi accettando di produrre la divisa per la nazionale di calcio. Nessuno, né le grandi Nike o Adidas, a quel tempo, immaginava cosa sarebbe successo 14 anni più tardi.
Ora la produzione non può fermarsi mai, se si vogliono soddisfare le richieste. Spiega Fabrizio Taddeo, export manager di Errea, a Bloomberg: “Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni a settimana, e inviamo tutte le maglie che riusciamo a produrre”. Ma fino al 2 luglio, cioè fino a domani, è tutto esaurito, come segnala una scritta bianca su sfondo rosso nel sito di Errea.
Le richieste arrivano da tutta Europa, ma la maggiore impennata di ordini si è registrata dopo Brexit e dopo il match vinto dagli islandesi contro l’Inghilterra. Quella sera, a Reykjavík e dintorni, si è registrato il 99% di share. Vale a dire che solo 600 persone avevano deciso di guardare altro in televisione che non fosse la partita degli europei. E sembra che il clima di divisione interna generato dal referendum in Gran Bretagna abbia influito anche sugli ordini. Le richieste, dopo la partita contro gli inglesi, arrivavano quasi tutte dalla Scozia, con in testa le città di Edimburgo e Glasgow. Venivano cioè dal Paese dove il fronte del Remain, il 23 giugno, ha vinto con il 62%.
Il contratto di Errea con l’Islanda scadrà nel 2020 e non ci sono certezze sul rinnovo. Pare però che la fedeltà degli islandesi al marchio italiano sia forte. Indiscrezioni dicono che alcune multinazionali avrebbero provato a scavalcare la piccola azienda emiliana prima di Euro2016, ma da Reykjavík non è arrivato nessun tradimento.