Bruxelles – La decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione europea sta “scatenando una crisi del mercato finanziario comparabile per gravità solo a quella del 2007-2008”. A lanciare l’avvertimento è il finanziere americano e fondatore dell’Open Society Foundations, George Soros, oggi in audizione davanti al Parlamento europeo. La crisi, secondo Soros, “si è scatenata lentamente ma la Brexit la sta accelerando”. Nella pratica è probabile che la situazione attuale “rinforzi la tendenza alla deflazione che è già prevalente”, andando a peggiorare la situazione: “L’Ue è già in ritardo in termini di ripresa a livello mondiale” e “il sistema bancario non si è ancora ripreso dalle crisi precedenti”, fa notare il finanziere, secondo cui ora l’Unione “dovrà affrontare un rallentamento incombente”.
Per fare fronte a questa situazione, secondo Soros, è noto cosa si dovrebbe fare: “Avere un bilancio per l’Eurozona che potrebbe adottare politiche anticicliche” ma “l’ortodossia dei politici tedeschi ostacola l’espressione dell’unica risposta possibile”. Allo stesso modo, continua il finanziere, “le divergenze politiche ed economiche nella Zona euro hanno impedito l’uso dell’Esm come strumento di salvaguardia per le banche e per i titoli sovrani”.
Se dal punto di vista economico le sfide saranno grandi, secondo Soros, però, la Brexit ha anche aperto una finestra per il possibile rilancio dell’Unione europea. “Venerdì mattina”, visti i risultati del referendum “la disintegrazione dell’Ue sembrava praticamente inevitabile ma poi qualcosa di inaspettato e successo è la tragedia non sembra più un fatto compiuto”. A fare cambiare visione al miliardario è stata la forte reazione della Scozia per tentare di rimanere nell’Ue, ma soprattutto il grande movimento popolare nato contro la Brexit: “Quattro milioni di persone hanno firmato per chiedere un secondo referendum” e “persone da entrambi i lati, ma anche chi non ha votato, si stanno mobilitando”, ricorda Soros. “Se questo sentimento si diffonde al resto dell’Europa – continua il finanziere – quella che sembrava l’inevitabile disintegrazione dell’Ue potrebbe invece creare un impulso positivo per un’Ue più forte e migliore”. Insomma da una “cattiva sorpresa” potrebbe nascerne una buona, dando vita ad una “campagna collettiva che può trasformare il paesaggio politico rivelando un entusiasmo ritrovato per l’Ue”.