Bruxelles – L’Italia ha ottenuto il via libera da parte della Commissione europea al piano per la banda ultra larga ad alta velocità e ora può avviare la strategia che porterà entro il 2022 internet anche nelle aree più isolate del paese.
Il piano, da 4 miliardi di euro, è stato riconosciuto da Bruxelles in linea con le norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato e in particolare con gli orientamenti sulle reti a banda larga del 2013, che stabiliscono che le regole del mercato non vengono falsate quando i finanziamenti pubblici non sostituiscono quelli privati e viene assicurato l’uso dell’infrastruttura pubblica anche ad altri operatori.
Riconoscendo che il piano non crea concorrenza sleale, la Commissione ha rivelato che la strategia italiana comporta una spesa di denaro pubblico per alcune aree in cui attualmente non esiste alcun accesso alle reti di nuova generazione, ma non esclude l’intervento degli investimenti privati e di un concessionario della gestione della rete. Inoltre, è previsto l’uso delle infrastrutture esistenti, che riducono il ricorso a fondi statali, e di gare d’appalto aperte che non vincolano il finanziamento a una tecnologia particolare.
“Il piano per la banda larga ad alta velocità porterà internet più veloce a consumatori e imprese. – ha commentato Margrethe Vestager, commissaria Ue alla Concorrenza – aiuterà il Paese a dotarsi delle infrastrutture necessarie, contribuendo così alla creazione di un mercato unico digitale connesso nell’Ue”.
Due restano le scadenze decisive per l’Italia: dicembre e giugno del 2022. Entro dicembre 2022 l’Italia si pone l’obiettivo di estendere la rete all’85% della popolazione e a tutti gli edifici pubblici con una connettività di almeno 100 Mbps. Sei mesi più tardi, invece, il nostro Paese dovrà presentare un piano di valutazione, corredato alla strategia, di fronte alla Commissione europea.
Il via libera di oggi dell’esecutivo comunitario offre all’Italia la possibilità di recuperare un cronico ritardo sulla connettività rispetto ad altri paesi e le lancia la sfida di smentire le previsioni della consultazione pubblica del 2015. Da questo sondaggio era emerso che nel 2018 il 26% delle famiglie italiane si sarebbe trovato nell’impossibilità di collegarsi a una rete con una velocità di trasferimento dei dati superiore ai 30 Mbps.