Roma – Italia e Olanda condivideranno un seggio al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. È il compromesso raggiunto dopo 5 votazioni in cui né Roma né Amsterdam sono riuscite a ottenere i 128 voti necessari a essere designati come membri non permanenti per il biennio 2017-2018. Dopo il quinto scrutinio, con una parità assoluta di 95 preferenze a testa, “Matteo Renzi e io, con i nostri ministri degli Esteri a New York, abbiamo deciso di dividerci il seggio”, ha dichiarato il premier olandese Mark Rutte, che in queste ore si trova a Bruxelles con il collega italiano per partecipare al Vertice dei capi di Stato o di governo dell’Ue.
Per Rutte, la mediazione raggiunta “è un perfetto esempio di cooperazione europea e della stretta relazione che abbiamo costruito tra l’Italia e i Paesi bassi”. Dello stesso parere il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, secondo il quale si è raggiunta “una buona soluzione diplomatica” mandando “un messaggio di unità tra due Paesi europei”.
Per l’Italia era fondamentale riuscire a sedersi in Consiglio di sicurezza per avere maggior voce e peso su alcuni importanti dossier. Primo tra tutti quello della crisi libica, fonte di preoccupazione perché da quel Paese parte la stragrande maggioranza dei migranti diretti verso le nostre coste. Flusso migratorio che viene contrastato dalla missione Ue per la lotta agli scafisti nel Mediterraneo, l’operazione Sophia, che per passare alle fasi successive – intervento nelle acque territoriali sul suolo libico – necessita di una richiesta formale da parte del governo di unità nazionale di Tripoli e di una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu, appunto.
Oltre ai 5 membri permanenti e con diritto di veto (Francia, Uk, Usa, Russia e Cina), il Consiglio di sicurezza Onu è composto da altri 10 membri non permanenti. Ogni anno ne vengono rinnovati 5 che rimangono in carica un biennio. Gli altri 4 posti assegnati ieri sono andati a Svezia, Bolivia, Etiopia, e Kazakhstan.