Roma – La Brexit decretata dai cittadini del Regno Unito, che al referendum del 23 giugno hanno scelto di abbandonare l’Ue, non ha appelli e deve trasformarsi in una occasione di rilancio dell’Ue. “Non possiamo perdere tempo”, concordano la cancelliera tedesca Angela Merkel e i suoi ospiti, il presidente francese Francois Hollande e il capo dell’esecutivo italiano, Matteo Renzi. Tutti d’accordo sulla necessità di dare nuovo slancio all’Ue, e nel Consiglio europeo che si apre domani presenteranno le loro ideee. “Se verranno accolte”, indica Hollande, “entro settembre avremo una tabella di marcia con proposte concrete” in quattro aree: sicurezza e difesa; crescita e occupazione; armonizzazione fiscale; governance europea.
Se i tre leader condividono la premura del rilancio europeo, sono però meno unanimi sulla fretta di avviare le trattative sull’uscita del Regno unito. Renzi e Hollande sottolineano la necessità di dare presto seguito alla volontà espressa dai britannici, mentre per Merkel senza una formale richiesta di Londra “non ci possono essere passi da parte dell’Ue” per accelerare l’avvio dei negoziati. “Il primo passo deve venire dalla Gran Bretagna, sia chiaro”, puntualizza la cancelliera. Hollande le dà ragione, ma aggiunge, “noi dobbiamo rispettare la decisione del Regno Unito, ma anche il Regno Unito deve mostrare rispetto verso l’Ue”.
Nel vertice a tre, “ovviamente abbiamo toccato anche l’argomento delle conseguenze della Brexit sui mercati”, rivela Merkel, mentre Hollande registra le ripercussioni delle quali però “tutti erano avvisati”. In ogni caso, assicura il francese, l’Unione europea “è forte, è solida ed è capace di reagire”. Reazione che il governo italiano sta preparando con un piano per mettere in sicurezza le banche, che Renzi conferma solo indirettamente, ma sul quale pare non abbia ottenuto sponde dai suoi interlocutori.
Interrogato sull’esistenza del piano – che secondo indiscrezioni prevede uno stop del bail-in e l’ingresso pubblico nel capitale degli istituti più in crisi – l’inquilino di Palazzo Chigi ha risposto in modo evasivo ma illuminante. Prendere in considerazione “tutto ciò che servirà per dare tranquillità e fiducia” in risposta agli scossoni causati dalla Brexit “sarà interesse delle istituzioni europee e del governo italiano, in un quadro di leale collaborazione”. Tradotto: il piano esiste e lo stiamo contrattando con la Commissione europea.
La trattativa però sarà complessa, dal momento che, spiega Renzi, “oggi il quadro normativo europeo è molto difficile da maneggiare”. Se prima ha consentito ad alcuni Paesi un intervento pubblico sulle banche, sfruttato “anche giustamente” dalla Germania, con le regole attuali diventa più complesso, soprattutto se, come pare, non ci sono le necessarie sponde politiche che possono esercitare pressioni sulla Commissione europea o intavolare una discussione per una modifica delle stesse norme.