Londra – La confusione nel Regno Unito pochi giorni dopo il voto che ha sancito la vittoria del fronte del Leave nel referendum sulla Brexit è davvero tanta. I leader dell’abbandono dell’Unione europea appaiono molto temporeggianti, poco uniti, e senza una strategia definita. Boris Johnson, ex primo cittadino londinese e tra i candidati al posto di primo ministro, in un’intervista conferma i dubbi sulla mancanza di un reale progetto da parte dei Leavers per gestire l’uscita dall’Ue.
Oggi, Johnson ha dichiarato dalle colonne del quotidiano Daily Telegraph che nonostante il voto a favore dell’uscita, ci sarà “un’intensificazione dei rapporti con l’Ue” e “l’Uk avrà accesso al mercato unico europeo”, considerazioni che sembrano andare contro il voto espresso dagli elettori giovedì scorso.
Il leader della campagna Leave, ha continuato garantendo ai cittadini britannici che potranno continuare a muoversi liberamente in Europa, e a quelli europei che la Gran Bretagna sarà ancora una meta ottimale per loro. Inoltre, ha ammesso che il voto non è stato schiacciante e gli elettori del Leave devono riconoscere questo fatto. Alle forti perdite in borsa e al calo della sterlina, che ha raggiunto il minimo sul dollaro da 35 anni, Johnson ha risposto che sono “estremamente esagerate” ed ha invitato i cittadini ad essere “orgogliosi e positivi.”
L’ex vice primo ministro Lord Heseltine , ha sostenuto che i leader del Leave Johnson , Michael Gove e il leader Ukip Nigel Farage dovranno essere responsabili dei negoziati Ue , in modo da non poter accusare nessun altro di un esito negativo.
Il triumvirato, però, sembra essere spaccato e non collaborare; ogni leader parla separatamente, soprattutto ognuno di essi sembra smentire le promesse pre elettorali, come quella di investire nel Nhs (la sanità pubblica britannica) il contributo attualmente versato a Bruxelles in caso di uscita dall’Ue.
Farage ha dichiarato ieri che la Gran Bretagna si avvierà verso una lieve recessione, ma questo “non ha nulla a che fare con la Brexit.”. “Le nostre previsioni di crescita sono al ribasso, il nostro indebitamento del settore pubblico non è ancora sotto controllo a tutti e tutti dimenticano che la sterlina è in un mercato tendente al ribasso, in calo dal luglio 2014” ha aggiunto il leader euroscettico.