di Nafeez Ahmed
I nazisti stanno avanzando in Europa. Ma non aspettatevi di sentire lo scalpiccio dei loro stivali. Perché anche se considerano l’Unione europea il loro nemico, stanno infiltrando le strutture dell’UE per consolidare la loro influenza politica sia in patria che all’estero. Dalle elezioni europee del 2014 in poi, le alleanze con i partiti mainstream hanno permesso all’estrema destra di accedere a milioni di euro di finanziamenti – un fatto che per partiti tradizionalmente minoritari con pochi fondi e pochi sostegni esterni potrebbe rappresentare uno spartiacque.
Uno di questi partiti, l’AfD tedesco, è stata espulso dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) nel marzo 2016, tre mesi dopo che i leader del partito avevano chiesto alla polizia di frontiera tedesca di sparare sui rifugiati civili illegali. L’AfD non è l’unico partito con tendenze neonazi ad essere stato accolto nelle fila dell’ECR, guidato dal Partito Conservatore britannico. Tre altri partiti appartenenti alla coalizione – il Partito del Popolo Danese, i Veri Finlandesi ed i Greci Indipendenti – hanno manifestato evidenti, anche se poco comprese, simpatie neonaziste. Gli Indipendenti Greci non fanno più parte dell’ECR, ma gli altri due partiti continuano ad essere presenti nella coalizione, ed un europarlamentare affiliato al partito greco continua a mantenere un ruolo di spicco nel gruppo. Tutti e tre i partiti hanno dimostrato di avere affiliazioni di estrema destra. Ma tutti gli europarlamenti ad essi associati continuano a militare nelle fila dell’ECR.
Uno di loro si definisce un “anti-jihadista” ed è molto vicino all’organizzazione che ha ispirato il terrorista norvegese Anders Breivik. Un altro è stato condannato per razzismo ed è un membro di un’organizzazione neonazista. Un terzo è un ex membro di un partito che ha tollerato esternazioni antisemite ai massimi livelli ed ha persino fatto la corte ad un fascista russo noto filo-SS.
La piattaforma internazionale ed i fondi offerti loro dal Parlamento europeo hanno giocato un ruolo chiave nel consolidare il potere di questi partiti in patria. Dalla dimensione di un gruppo all’interno del Parlamento europeo dipendono i fondi cui può accedere, il numero di parlamentari che può inserire nelle varie commissioni e l’accesso del gruppo ai principali dibattiti parlamentari. Essendo il terzo gruppo più grande del Parlamento europeo, l’ECR offre ai partiti che ne fanno parte, che altrimenti rimarrebbero ai margini della vita politica nazionale nei rispettivi paesi, una potente piattaforma internazionale, una rilevante influenza politica e soprattutto i fondi necessari per fare campagna politica a livello nazionale.
Sfruttando l’aura di rispettabilità dei Tory e cavalcando la disillusione nei confronti dei partiti tradizionali, tutti e tre i partiti si sono trasformati in importanti forze politiche nei rispettivi paesi, con un’ampia influenza nei loro parlamenti nazionali e l’abilità di influenzare direttamente le politiche di governo.
La Breivik connection
La tela è così ampia che uno dei leader dell’ECR ha stretti legami con un sito anti-musulmano che ha ispirato il terrorista norvegese Anders Breivik, che ha massacrato 77 studenti nel luglio del 2011 in nome della sua crociata contro l’islam.
Morten Messerschmidt, membro del Partito del Popolo Danese (DPP) dal 2009, è vicepresidente dell’ECR. È anche un razzista convinto ed un seguace della stessa curiosa ideologia anti-musulmana di Breivik, la cosiddetta “scuola di Vienna”. Nel 2001, Messerschmidt e altri membri del DPP hanno affisso un manifesto che «equiparava la comunità multietnica allo stupro di massa, ai matrimoni forzati, all’oppressione delle donne e alle guerre tra gang», secondo l’University Post, una rivista pubblicata dall’università di Copenaghen, dove Messerschmidt insegnava diritto costituzionale:
Per questo si è beccato una condanna per razzismo. Si dice anche che abbia cantato una canzone in tedesco risalente all’epoca nazista in un ristorante pubblico il giorno del compleanno di Adolf Hitler. Ma per questa accusa è stato prosciolto.
Si è difeso sostenendo che stava solo cantando delle canzoni di guerra tedesche. Ancora più inquietante è il fatto che il vicepresidente dell’ECR sia associato ad un sito anti-musulmano che ha ispirato Anders Breivik. Lo stesso anno in cui Messerschmidt ha ottenuto una valanga di voti nelle elezioni europee, il neo-europarlamentare ha concesso un’intervista video al celebre blog di estrema destra Gates of Vienna. L’intervista fu fatta ad una conferenza tenutasi a Washington e sponsorizzata dall’International Free Press Society (IFPS) e dal Center for Security Policy (CSP). Il Southern Poverty Law Centre, un rinomato studio legale che si occupa di diritti civili, descrive l’IFPS come «una coalizione anti-musulmana» guidata da un «razzista europeo»; e classifica il CSP come un «gruppo razzista anti-musulmano». Il fondatore e presidente dell’IFPS è Lars Hedegaard, condannato per razzismo e poi assolto dalla corte suprema danese per aver dichiarato nel 2009 ad un incontro privato che i musulmani «violentano i loro figli. È un fatto noto. Le ragazze nelle famiglie musulmane sono violentate dagli zii, dai cugini e dai padri».
Il nome del blog Gates of Vienna è un riferimento all’assedio di Vienna del 1683 da parte dell’impero ottomano – un fatto che secondo il blog continua fino ai nostri giorni attraverso gli sforzi dell’islam per «soggiogare l’Europa cristiana». Nel suo manifesto, Breivik cita il blog – che considerava una delle poche espressioni di quella che chiamava «la scuola di Vienna» – ben 86 volte. Uno degli autori più prolifici del blog è un certo “Fjordman”, lo pseudonimo di Peder Are Nøstvold Jensen, i cui testi sono citati ben 114 volte da Breivik. Fjordman ha preso ufficialmente le distanze da Breivik.
Su Gates of Vienna è possibile trovare istruzioni precise su come condurre operazioni paramilitari anti-musulmane in caso di guerra civile con i musulmani europei, ed anche una “Guida amatoriale alla fabbricazione di esplosivi”. I post di Fjordman in particolare non perdono occasione di pronosticare una inevitabile guerra razziale all’interno dei confini europei tra i musulmani e i non musulmani.
Un’approfondita indagine del 2015 dell’organizzazione antifascista Hope Not Hate ha scoperto che il blog Gates of Vienna era legato ad un piano dell’estrema destra per organizzare una mostra vignette di Maometto al fine di «scatenare una reazione violenta da parte dei musulmani britannici e creare tensioni tra le comunità musulmane e quelle non musulmane». Secondo il gruppo, tra gli organizzatori del complotto c’era anche l’ex candidata dell’UKIP Anne Marie Waters. All’esibizione avrebbero dovuto partecipare il leader del Partito per la Libertà (PVV), l’olandese Geert Wilders, e “Tommy Robinson”, il fondatore ed ex presidente dell’English Defence League (EDF), che ora gestisce Pegida UK insieme a Waters.
In un post del 9 giugno 2011, circa un mese prima dell’attacco terroristico di Breivik, Fjordman accusa i governi occidentali di essere complici di «pulizia etnica sponsorizzata dallo Stato ai danni della maggioranza bianca della popolazione» e aggiunge:
Sì, la fede islamica è intrinsecamente violenta. No, non può essere riformata, e l’islam non ha assolutamente nulla a che spartire con l’Occidente. L’islam, e tutti coloro che lo praticano, devono essere totalmente e fisicamente rimossi dal mondo occidentale.
Il post contiene anche un’intervista video con Messerschmidt, datata 31 ottobre 2009, in cui si legge: «Grazie a Vlad Tepes per l’aiuto nella produzione video». L’intervistatore è James Cohen, che siede nel board dell’IFPS. Cohen, che ha realizzato diverse interviste video per conto di Gates of Vienna, scrive anche sul blog Vlad Tepes, che promuove idee simili a quelle di Gates of Vienna. Nel 2011, Cohen fu nominato da Tommy Robinson capo della “divisione ebraica” del partito di estrema destra EDL. La divisione conta dozzine di membri, la maggior parte dei quali non sono veramente ebrei, ed è stata ampiamente condannata dalle principali organizzazioni ebraiche britanniche.
Nel novembre di quell’anno, un mese dopo la prima intervista apparsa su Gates of Vienna, Morten Messerschmidt ha fatto un’altra intervista, stavolta con un altro collaboratore del blog, Nicolai Sennels (un politico del DPP che poi avrebbe fondato la filiale danese di Pegida). Nell’intervista, Messerschmidt dice a Sennels che tra vent’anni l’Unione europea sprofonderà in una guerra civile tra musulmani e non, esattamente come previsto da Gates of Vienna:
Non si rendono assolutamente conto [nella Commissione europea] che non puoi rimpiazzare gli europei con gli arabi senza “arabizzare” l’Europa… È come se la Commissione non si rendesse conto che questo è un problema che ha origine nell’islam… L’Europa sarà caratterizzata sempre di più da zone islamiche autonome. Le rivolte che vediamo oggi – a Nørrebro e Vollsmose in Danimarca e in altre aree off-limits dell’UE – non saranno più semplici rivolte ma vere e proprie insurrezioni in cui la gente chiederà l’indipendenza, l’implementazione della sharia, ecc. L’Europa – forse non tra vent’anni ma prima o poi sì – si ritroverà in una condizione simile a quella dei Balcani, dove in Kosovo, per esempio, i musulmani sono riusciti a cacciare tutti i cristiani e a dichiarare una repubblica indipendente.
Messerschmidt poi fa un riferimento diretto alle “porte di Vienna”:
Penso che i cittadini europei si sveglieranno e rovesceranno questa tirannia. Gli europei trovano sempre il coraggio di fronte al pericolo. Che si tratti dei turchi alle porte di Vienna o dell’aristocrazia repressiva in Francia, gli europei hanno sempre avuto fede nel progresso, combattuto per le cause in cui credono e vinto.
Per riassumere, uno dei vice dell’ECR, guidato dal Partito Conservatore britannico, ha legami con diverse organizzazione di estrema destra che hanno ispirato (più o meno consapevolmente) gli attentati terroristici del 2011 in Norvegia, ed hanno dimostrato essi stessi di avere propensioni per l’ideologia di Breivik.
La contro-jihad danese
Morten Messerschmidt non è l’unico razzista all’interno del Partito del Popolo Danese (DPP). L’intervistatore di Messerschmidt nel novembre 2009, Nicolai Sennels, è uno psicologo ed un politico del DPP che si è candidato senza successo come parlamentare in Danimarca nel 2011. Fa spesso ricorso alla psicologia per giustificare le sue teorie razziste sull’inferiorità mentale e sulla tendenza alla criminalità dei musulmani, nonché sulla loro tendenza ad accoppiarsi tra consanguinei. Sono teorie che richiamano molto da vicino l’eugenetica. Sei mesi prima di intervistare Messerschmidt, Sennels ha dichiarato:
Dopo quarant’anni di problemi crescenti [causati dagli] immigrati musulmani in Europe, è ora di dire a tutti: l’integrazione dei musulmani nelle società occidentali non è fattibile.
Secondo Sennels, quasi la metà di tutti i musulmani nel mondo sono endogamici (il frutto dell’unione di persone consanguinee) e dunque geneticamente inferiori:
L’endogamia nella cultura musulmana, che va avanti da almeno 1.400 anni, potrebbe aver causato danni catastrofici al loro codice genetico. Le conseguenze dei matrimoni misti tra cugini di primo grado hanno spesso effetti molto deleteri sull’intelligenza e sulla salute mentale e fisica dei figli.
Oltre a scrivere regolarmente su Gates of Vienna, Sennels ha anche pubblicato diversi articoli sul sito Jihad Watch di Robert Spencer, la principale influenza ideologica sul manifesto di Breivik, e su altri siti “contro-jihadisti”. Nel luglio del 2010 Sennels ha pubblicato una lettera aperta a David Cameron su Gates of Vienna in cui sosteneva che almeno il 30 per cento dei turchi «sono il risultato dell’endogamia», e dunque soffrono di «handicap fisici e mentali» che «spiegano in parte perché la popolazione turca presente in Europa non è stata capace di integrarsi».
Non sorprende che un mese dopo gli attacchi in Norvegia il corrispondente del quotidiano Weekend Arne Hargis abbia dichiarato che le dichiarazioni di Sennels sull’imminenza di una «terza guerra mondiale» con l’islam erano state una fonte di ispirazione per Breivik. Sennels si risentì per l’accusa, e in un altro post su Gates of Vienna scrisse:
Adesso mi accusano di aver trasformato Anders Breivik in un assassino di massa… Non siamo noi ad essere in guerra con l’islam, è l’islam ad essere in guerra con noi… Il terrore islamico non conosce limiti, ed i ghetti musulmani non hanno patria.
Pur dicendo che «Breivik è l’unico responsabile di questi atti deplorabili», Sennels riuscì comunque a includere nel testo una sottile giustificazione per il suo gesto, sostenendo che erano stati i governi democraticamente eletti d’Europa, e coloro che li avevano eletti, ad aver istigato Breivik:
Breivik era stanco della politica negligente dei nostri governanti di sinistra nei confronti di una religione violenta e totalitaria… Coloro che hanno fatto entrare l’islam dalle porte di Vienna ed hanno venduto ai loro elettori il sogno di un gioioso multiculturalismo si sono caricati di un’enorme responsabilità storica.
Nel 2015 l’ex parlamentare del DPP ha creato la sezione danese di Pegida. Quello stesso anno, Kristoffer Hjort Storm, il candidato del DPP per lo Jutland del Nord ha ammesso che alcuni membri del suo partito erano dei «cattivi razzisti»:
Molte persone ci considerano dei cattivi razzisti. Alcuni di noi lo sono, ma non tutti.
Il razzismo, però, si annida anche nei vertici del partito. L’ex leader del DPP, Pia Kjærsgaard – che nel 2013 è diventato il portavoce del partito – ha ripetutamente denigrato i musulmani, auspicando (in maniera non troppo velata) una società monoetnica. «Nel Partito del Popolo Danese non nascondiamo il fatto di essere contrari alla trasformazione della Danimarca in una società multietnica», ha dichiarato all’incontro annuale del partito nel 1997. Nel 2001 si è concentrata specificatamente sui musulmani:
La percezione fondamentale dell’islam è rimasta al Medioevo, ed è incompatibile con la società danese. Non possiamo semplicemente dare carta bianca a persone che, dal nostro punto di vista, stanno più di 100 anni addietro a noi in termini di norme e stili di vita.
Il Copenhagen Post ha riportato che in quello stesso anno Kjærsgaard ha anche descritto i musulmani come persone che «mentono, imbrogliano e ingannano» in una newsletter del DPP. Nel 2013, in un’intervista col Copenhagen Post, Kjærsgaard ha sostenuto che i cittadini danesi appartenenti alle minoranze etniche sono culturalmente più inclini alle attività criminali, a causa delle loro origini etniche. Kjærsgaard è stata nominata presidente del parlamento danese nel 2015, cementificando l’influenza del DPP sulle politiche del governo.
I nuovi nazisti finlandesi
I Veri Finlandesi (PS) è un altro partito del gruppo ECR che cova simpatie di estrema ed ha dirette affiliazioni neonaziste. Jussi Halla-aho è un europarlamentare del partito che è stato membro dell’ECR dal 2014. Come Messerschmidt, anche lui ha una condanna per razzismo alle spalle, ed è noto in Finlandia per aver augurato alle «donne ambientaliste e di sinistra» di «essere stuprate» sul suo blog, per aver descritto l’islam come «una religione di pedofili» e per aver descritto la violenza come «un metodo sottovalutato per risolvere i problemi».
Nel novembre del 2011, l’agenda neonazista dei Veri Finlandesi fu smascherata quando il consigliere municipale Ulla Pyysalo, assistente parlamentare del deputato dei Veri Finlandesi Juho Eerola, fece domanda per entrare nel Fronte di Resistenza Nazionale Finlandese, un movimento che si descrive apertamente come “nazionalsocialista”. Nella sua applicazione, che fu fatta trapelare da un hacker, Pyysalo dichiarò che il partito dei Veri Finlandesi stava «combattendo per gli stessi» obiettivi del Fronte di Resistenza Nazionale. Il PS reagì allo scandalo scaricando Pyysalo. Ma come ha dichiarato il giornalista finlandese Enrique Tessieri:
L’aspetto più incredibile della vicenda Pyysalo è il silenzio del partito e la maniera in cui il deputato del PS Juho Eerola ha sminuito la vicenda.
Tessieri ha sottolineato come il partito si fosse rifiutato di dire chiaramente che «non avrebbe tollerato le organizzazioni neonaziste». L’anno scorso, un altro membro dei Veri Finlandesi, Olli Immonen, ha postato una foto di sé con dei membri del Fronte di Resistenza Nazionale. Il capo del gruppo parlamentare dei Veri Finlandesi, Sampo Terho, non ha fatto nulla eccetto dire a Immonen di «essere più cauto». Il parlamentare dei Veri Finlandesi Juha Eerola è un membro dell’associazione di estrema destra Potere Finlandese (Suomen Sisu). L’europarlamento Jussi Halla-aho, membro dell’ECR, è anch’esso un membro di Potere Finlandese.
In patria, il partito rappresenta una forza politica con cui fare i conti. È il secondo partito della Finlandia, ed il suo leader e co-fondatore Timo Soini è vice primo ministro e ministro degli esteri del paese dall’anno scorso.
I moderati greci simpatizzanti del nazismo
Un altro partito parafascista che dal maggio 2014 al gennaio 2015 ha fatto parte dell’ECR è il partito dei Greci Indipendenti (ANEL) che fa parte della coalizione di governo in Grecia guidata da SYRIZA. Nelle elezioni europee del 2014, il candidato degli Indipendenti Greci Notis Marias è stato eletto al Parlamento europeo e si è unito all’ECR per diventare uno dei suoi tre vicepresidenti. Nel gennaio 2015 ha lasciato il partito degli Indipendenti Greci, ma è rimasto nell’ECR. Gli Indipendenti Greci sono noti per le loro posizioni ultranazionaliste ed anti-immigrazione. Eppure le proprie simpatie fasciste vengono mascherate dall’uso di toni più moderati di quelli del partito apertamente neonazista Alba Dorata, il terzo partito più grande della Grecia al momento. Tra le proposte degli Indipendenti Greci c’è quella di fissare al 2.5% della popolazione totale il “tetto” dei non greci che possono risiedere nel paese.
Nonostante le numerose invettive antinaziste, il partito cova evidenti tendenze antisemite. Nel dicembre 2013, il fondatore e leader del partito, Panos Kammenos – l’attuale ministro della difesa greco – ha proclamato che «gli ebrei» in Grecia non pagano le tasse, sostanzialmente incolpando la popolazione ebraica in Grecia della cronica evasione fiscale di cui soffre il paese. L’accusa fu giustamente respinta dal Comitato centrale delle comunità ebraiche in Grecia, ma Kammenos non ha mai ritrattato. Nel 2015 un gruppo di hacker russi ha ottenuto uno scambio di email tra Kammenos ed altri membri del partito e Georgy Gavrish, un amico intimo ed emissario del fascista russo Alexander Dugin. Dugin ha stretti contatti con l’esercito russo e con il Cremlino. Ma ha anche avallato diversi elementi chiave del Terzo Reich e del regime fascista italiano nei suoi scritti. Pur condannando le atrocità naziste, Dugin ha elogiato in diverse occasioni le SS e l’ideologia nazista.
Con la defezioni di Notis Marias dagli Indipendenti Greci nel 2015, il partito ha perso il sostegno dell’ECR. Ciò detto, la disponibilità del Partito Conservatore britannico ad accogliere il partito nella propria coalizione all’interno del Parlamento europeo ha senz’altro offerto al partito un’importante vetrina internazionale, che il partito ha sfruttato per tessere legami a livello europeo con altri gruppi di estrema destra. Mentre era membro degli Indipendenti Greci, attraverso l’ECR Marias ha potuto partecipare a diverse delegazioni europee in Azerbaijan, Armenia, Georgia, nei paesi del Mashreq (Egitto, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Oman, Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti, Israele, Giordania, Libano, Siria e Iraq) e nell’Unione per il Mediterraneo (di cui fanno parte 43 paesi europei). Oggi Marias continua ad essere vicepresidente dell’ECR nonostante le sue affiliazione con l’ex portavoce parlamentare del partito degli Indipendenti Greci, e nonostante il suo costante rifiuto di chiarire la sua posizione in merito alle simpatie neonaziste di ANEL.
Nella foga di creare un’ampia coalizione, il gruppo parlamentare del Partito Conservatore britannico, l’ECR, ha sistematica accolto partiti neonazisti tra le proprie fila. Nonostante questi partiti prendano pubblicamente le distanze dall’ideologia fascista e nazista, in realtà sono strettamente affiliati all’ideologia e alle organizzazioni neonaziste. Attraverso l’ECR hanno avuto accesso all’infrastruttura del Parlamento europeo e a milioni di euro di finanziamenti. Grazie a questa spinta, oggi alcuni di questi partiti sono al governo nei rispettivi paesi, in coalizione con partiti mainstream o anche di sinistra. È presto per sapere quali saranno le conseguenze di tutto ciò, ma nei prossimi anni questi partiti avranno davanti a sé un’opportunità senza precedenti per consolidare il proprio potere.
Pubblicato su INSURGENCE Intelligence il 23 giugno. Tradotto in esclusiva per Oneuro/Eunews da Thomas Fazi.