Roma – Anche il mondo politico italiano si è svegliato con la doccia fredda della vittoria del Leave al referendum di ieri sulla Brexit. Risultato che, nel nostro Paese, ha suscitato l’esultanza della Lega Nord e la richiesta di un rilancio dell’integrazione da parte delle forze europeiste, con il Movimento 5 stelle che saluta la “vittoria della democrazia” e sente rafforzarsi “il vento del cambiamento”.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha convocato un vertice straordinario a Palazzo Chigi con i ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il sottosegretario Marco Minniti e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il premier ha rinviato la direzione del Pd prevista nel pomeriggio, ha sentito telefonicamente il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel ed è in costante contatto con i vertici delle istuzioni europee riuniti a Bruxelles. Lunedì incontrerà gli stessi Hollande e Merkel in cui si discuterà di una posizione comune sul post Brexit in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno prossimi.
Al ministero dell’Economia, Padoan ha riunito il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria. All’incontro, servito a valutare le condizioni del settore bancario, di quello assicurativo, dei mercati finanziari e del mercato dei titoli di Stato, hanno partecipato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Secondo il comitato, gli effetti per l’economia italiana saranno limitati, anche se l’apertura dei mercati ha segnato un grave contraccolpo a Milano come nel resto delle piazze globali.
Renzi ha twittato in mattinata che “dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta, ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”.
Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l'Europa è la nostra casa, è il nostro futuro.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) June 24, 2016
Più tardi, da Palazzo Chigi, parlando alla stampa sottolinea che “il popolo britannico ha scelto” e “noi rispettiamo la decisione”. Ma “ora si volta pagina”, indica. A partire da domani, con l’incontro tra i ministri degli esteri dei sei paesi fondatori (Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo) in programma a Berlino, l’Italia canferma il proprio impegno per rafforzare l’Ue che continua a essere “la casa del nostro futuro”. Una casa che “va ristrutturata”, precisa, ma che negli ultimi 70 anni ha garantito la pace nel Continente e deve essere difesa e rilanciata. Sulle conseguenze economiche della Brexit, il premier ha assicurato: “la istituzioni europee sono nelle condizioni di garantire con qualsiasi mezzo la stabilità del sistema finanziario e la sicurezza dei risparmiatori”.
Dal governo, anche il titolare della Farnesina commenta il voto di ieri definendo “grave” la scelta degli elettori britannici di abbandonare l’Ue, “ma la decisione è stata presa e a questa bisognerà dare seguito”. Secondo Gentiloni, come europei “non possiamo stare fermi”. La risposta del governo italiano, annuncia, sarà “un rilancio della prospettiva europea”.
Rilancio che per Laura Boldrini, presidente della Camera, deve percorrere il sentiero di “un’Europa a due cerchi: il primo, più ampio, caratterizzato da una dimensione prevalentemente economica”, me il secondo deve fare “perno sui Paesi dell’Eurozona” e deve essere “integrato politicamente, con una piena condivisione di responsabilità”. Boldrini individua l’anima di questo secondo cerchio in un “Parlamento europeo, eletto direttamente con liste transnazionali, che, oltre a fare le leggi, dia la fiducia a un vero governo europeo”.
Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, esprime “grande dispiacere” per il risultato referendario”. Adesso, indica, “è il momento della coesione. L’Ue dovrà reagire rafforzandosi”. La pensa così anche Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama, secondo il quale chiede “con ancora più forza il rilancio del disegno europeo”. Tra i punti sui quali intervenire, Chiti include: “politiche nuove per uno sviluppo sostenibile e il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute; una riforma della governance europea che faccia assumere all’Unione la responsabilità nella politica estera, di sicurezza, sulle migrazioni, le scelte macroeconomiche e la sfida climatica”.
Il suo omologo di Montecitorio, Michele Bordo, parla di “un’Europa disgregata non più solo a parole ma anche nei fatti”, e avverte: “Le ripercussioni di questa scelta in Gran Bretagna, come nel resto d’Europa, saranno politiche, sociali, militari e naturalmente economiche, nonostante il paracadute predisposto dalle banche centrali”. Auspicando il rafforzamento dell’integrazione dell’Ue, Bordo chiede “scelte politiche che consentano all’Europa di tornare a crescere a ritmi sostenuti, di creare occupazione, di realizzare redistribuzione sociale”.
Delusi anche due europeisti convinti come l’ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, e il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono delusi dalla vittoria del Leave. Il Professore registra la “bocciatura dell’idea stessa di Europa così com’è, perché la gente, se vede un’Europa ferma, che rinvia le decisioni, che non si occupa di capire le tensioni e i problemi delle popolazioni dei singoli Stati, inevitabilmente, si allontana”. Indicativo, secondo Prodi, che il “malessere sia radicato non nei centri delle città, ma nelle periferie, dove appunto si soffre questa paralisi europea”.
L’ex capo dello Stato parla di “un colpo molto duro, elemento di destabilizzazione economica, finanziaria e politica”, e fa “appello a tutte le forze sociali e politiche del nostro Paese e a tutte le persone dotate di senso di responsabilità”, affinché “si rafforzi la stabilità politica istituzionale e non si vada verso il vuoto”.
Invito ignorato da Matteo Salvini, europarlamentare e leader della Lega Nord, unica formazione ad esultare pienamente per il risultato delle urne britanniche. Loda il “coraggio dei liberi cittadini” del Regno unito e indica: “Ora l’Europa ha davanti a sé l’occasione di liberarsi dell’Unione europea” e dire “basta coi salotti dei banchieri”. Vorrebbe indire anche in Italia un referendum sull’uscita dall’Ue e considera “un gran peccato che la nostra Costituzione, che è antidemocratica, non consenta agli italiani di votare tramite referendum su trattati internazionali”.
Il movimento 5 stelle, con il deputato Danilo Toninelli, è soddisfatto perché con la Brexit “ha vinto la democrazia e perso l’Europa delle banche”. Il M5s ha proposto un referendum consultivo sull’uscita dell’Italia dall’euro, ma sostiene la permanenza nell’Ue, che tuttavia vorrebbe riformare. Da questo punto di vista, i grillini leggono nella Brexit una opportunità, il segno che “il vento del cambiamento è sempre più forte”.
I britannici hanno scelto la #Brexit. Ha vinto la democrazia e perso l'Europa delle banche. Il vento di cambiamento è sempre più forte!
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) June 24, 2016
Ancora nessuna dichiarazione dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale oggi sarà a Lubiana, dove prenderà parte alle celebrazioni per il 25° anniversario dell’indipendenza slovena, insieme suoi omologhi di Croazia, Austria, Ungheria e Germania, Kolinda Grabar-Kitarovic, Heinz Fischer, Janos Ader e Joachim Gauck