Bruxelles – Jean-Marie Le Pen dovrà restituire al Parlamento europeo 320mila euro. L’ex leader del Front National francese sarebbe accusato di aver usato i fondi per gli assistenti per attività che non erano affatto collegate con il suo ruolo di europarlamentare. Secondo l’agenzia France Press i soldi “non dovuti” sarebbero stati versati nella vecchia legislatura, nel periodo 2009/2014. In attesa di una decisione definitiva sembra che il Front National abbia già iniziato a mettere da parte metà dello stipendio del suo fondatore (3.100 euro sui 6.200 che vengono normalmente corrisposti), e anche i rimborsi spese che sono intorno ai 4mila euro mensili, in un tentativo di recuperare il denaro che potrebbe presto essere richiesto indietro.
Nel mirino dei servizi dell’Assemblea comunitaria oltre a Le Pen padre sarebbe finito anche un altro veterano del Front National, Bruno Gollnisch, che a sua volta dovrebbe restituire 380mila euro.
Le due decisioni farebbero seguito all’inchiesta aperta dall’ufficio antifrode dell’Ue, l’Olaf, nel marzo dello scorso anno quando la formazione di estrema destra guidata da Marine Le Pen fu accusata di aver fatto finti contratti da assistenti parlamentari per stipendiare, con fondi comunitari, persone che invece lavorano direttamente per il partito.