Roma – L’Ue vive “una condizione di latente instabilità finanziaria, connessa alle incertezze che originano dai diffusi timori sullo stato del sistema bancario in Europa e dalle preoccupazioni per le spinte che, non solo in Gran Bretagna, rendono sempre meno stabile il quadro di riferimento dell’Unione europea”. È l’allarme lanciato da Angelo Buscema, presidente di coordinamento delle sezioni riunite della Corte dei conti, nella relazione al Rendiconto generale dello Stato. Non è solo la questione Brexit, dunque, a creare tensioni e incertezze che sono ormai “un connotato ricorrente delle politiche economiche e finanziarie” dell’Ue.
Riguardo all’Italia, il magistrato contabile denuncia un ritorno alla crescita economica “ancora troppo modesto e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali Paesi europei”. Per Buscema, “l’elemento di maggiore vulnerabilità” è rappresentato dall’elevato debito pubblico, che “impone, ben più dei vincoli Ue, un dosaggio molto attento” tra stimoli alla crescita e “interventi che assicurino un rientro del debito in tempi certi”. Un punto, quest’ultimo, “fondamentale per le aspettative dei mercati”.
Allo stesso tempo, però, secondo il presidente della stessa Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, “l’urgenza, talvolta affannosa, di realizzare un rigido percorso” di riequilibrio delle finanze pubbliche ha reso “più difficile il bilanciamento con le esigenze di salvaguardia di politiche pubbliche vitali”. In particolare, Squitieri denuncia il “continuo assottigliarsi in questi anni delle risorse destinate alle infrastrutture e alle opere pubbliche”.