In good company?
L’UE ha attraversato un periodo difficile, caratterizzato dai problemi del sistema della moneta comune, dalle conseguenze della crisi economica, dell’ingresso di altri stati membri, e l’UK potrebbe guidare una rinascita quantomai necessaria, racconta il New York Times. Eppure, questi argomenti non hanno neppure sfiorato il dibattito sulla Brexit, troppo concentrato sulla “riconquista” del Regno, su sproloqui anti-europeisti e anti-migratori, sui discorsi di Farage e Johnson che utilizzano questo palcoscenico per guadagnare più popolarità politica in patria. Peccato.
I flussi migratori, indubbio problema
Uno degli argomenti centrali non solo del dibattito sulla possibile uscita dell’UK dall’Unione, ma anche nell’intera Europa, è quello riguardante i flussi migratori: The Conversation si chiede se parlarne come di un problema equivalga ad essere tacciati di razzismo. Solo se il focus si sposta da come risolvere il problema dell’arrivo massiccio di ondate migratorie (e di come riuscire a gestirle al meglio dal punto di vista umano, economico e logistico) alla considerazione dei migranti come “il” problema: è razzista denigrare i migranti, non cercare di discutere su come aiutarli al meglio.
Je ne t’aime plus, mon non-amour?
Il rapporto fra l’Unione Europea e il Regno Unito è sempre stato particolarmente complicato: in questa intervista su Le Monde, Catherine Marshall di Sciences Po cerca di spiegare le cause di un divorzio che potrebbe essere proclamato domani a seguito del referendum sulla Brexit – separazione causata principalmente dalla volontà di sovranità (data da ricordi struggenti dell’Impero?) e dal rigetto delle istituzioni europee, percepite come “altro da sé.”
Il caro estinto?
Fino a poco tempo fa quasi completamente privi di interesse nel referendum sulla Brexit, gli europei sembrano ora interessarsi all’evento – solo quando le potenziali conseguenze iniziano a sembrare sempre più reali. Eppure, l’approccio di fin troppi stati membri è quello di considerare la potenziale perdita del Regno Unito come il decesso di un parente ricco, del quale ci si inizia a spartire l’eredità ancor prima che il testamento venga letto, scrive ProSyn – prima fra tutta l’Italia (che si vede come nuovo protagonista di un ipotetico periodo post-Brexit, sovrastimando “leggermente” le cose).
Le prime pagine di oggi