Londra – Con la campagna per Brexit ormai agli sgoccioli, arrivano gli ultimi appelli da parte del fronte del Remain e di quello del Leave per esortare i 46.499.537 elettori britannici ad esprimere le proprie opinioni al referendum che potrebbe cambiare non solo il futuro dell’Uk ma anche quello dell’Unione Europea.
Decisivo sarà il voto degli inglesi ( 38.956.824), numericamente in maggioranza in confronto agli scozzesi (3.988.492), ai gallesi (2.270.743) e ai residenti a Gibilterra (24.117), territorio particolarmente sottovalutato, ma che ha avuto un forte ruolo nella campagna.
I britannici tengono molto alla loro enclave in terra spagnola e l’eventualità di una Brexit potrebbe avere serie ripercussioni, a partire dalla reintroduzione di una frontiera con le vicine località spagnole, come minacciato dal ministro per gli affari esteri iberico.
Philip Hammond, ministro per gli affari esteri britannico e pro Ue, ha dichiarato infatti, che in caso di un’uscita dall’Unione Europea, sarà più difficile difendere l’enclave, ricevendo le critiche dal suo predecessore, Liam Fox, secondo cui “il potere dell’Uk su Gibilterra deve essere assoluto.”
Una giornata piena di annunci, appelli e incontri per entrambe i comitati referendari. Il Leave ha continuato a battere sul tasto immigrazione facendo passare il messaggio che la prossima settimana, sarà in discussione a Bruxelles l’entrata della Turchia in Ue, secondo quanto riportato da fonti diplomatiche all’Agence France Presse.
Sull’altro fronte è intervenuto Sir John Sawers, ex leader del MI-6, i servizi segreti britannici, appellandosi alla popolazione perché voti a favore del Remain, in quanto un’uscita dall’Ue metterebbe a dura prova la sicurezza del Regno Unito contro il terrorismo internazionale.
Le accuse sono volate da una parte e dall’altra, con il Leave che accusa il Remain di aver montato una campagna basata sulla paura, e il Remain che accusa i rivali di aver costruito una campagna basata sull’odio, in particolare contro gli immigrati.
Gli ultimi sondaggi da parte di Opinium, nonostante la compagnia abbia dichiarato che una previsione sia difficile da fare (Too close to call), mostrano un vantaggio del Leave per un punto percentuale (45%) con il Remain che si ferma al 44% e un 9% di indecisi che hanno comunque dichiarato di andare a votare. E come ogni tornata elettorale, questa volta più che mai, saranno gli indecisi a fare la differenza. Opinium per altro è la compagnia di sondaggi che è stata più precisa nelle elezioni politiche del 2015.
Qualunque sia l’esito che uscirà dalle urne (che Eunews seguirà LIVE), il Regno Unito ricorderà a lungo questa campagna elettorale, segnata dall’uccisione di una parlamentare, dall’odio, dalla ridicolizzazione dell’avversario da una parte e dall’altra. Nessuno dei due comitati si è risparmiato colpi bassi. Ma soprattutto da una parte e dall’altra nessuno si è impegnato a spiegare le vere motivazioni di un fronte o dell’altro, è piuttosto stata una corsa allo slogan e l’idea è quella che la capacità di decidere sia stata lasciata all’ideologia o alla pancia dell’elettore, anche alla luce delle varie spaccature dei partiti.
Venerdì mattina alle 5 am GMT, i cittadini britannici avranno il responso dalle urne e scopriranno se faranno ancora parte dell’Unione Europea o meno, ma soprattutto si sveglieranno e scopriranno il loro paese diviso come non mai, e dovranno ricominciare a ricostruire brick by brick (mattone dopo mattone) la pace sociale.