Bruxelles – La missione Sophia contro gli scafisti nel Mediterraneo sarà prolungata di un altro anno e le sue competenze saranno allargate. Le forze navali europee non dovranno più soltanto contrastare il traffico di migranti ma si dovranno occupare anche dell’addestramento della guardia costiera della Libia e di implementare l’embargo Onu delle armi nel Paese. Il via libera è arrivato dai ministri degli Affar esteri riuniti in Consiglio in Lussemburgo.
“Le autorità libiche legittime hanno richieste di supporto nella costruzione di capacità e la formazione delle loro guardia costiera e della marina”, con l’obiettivo di “rafforzare la loro capacità di interrompere il contrabbando e il traffico di esseri umani in Libia e svolgere attività di ricerca e soccorso per salvare vite umane in modo da migliorare la sicurezza nelle acque territoriali libiche”, si legge nelle conclusioni.
Per quanto riguarda l’embargo di armi i ministri affermano che “sulla base della risoluzione 2292 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’operazione contribuirà alla condivisione delle informazioni e a sostenere l’attuazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite in alto mare al largo della costa della Libia”. Ciò, aggiungono, “consentirà di aumentare la consapevolezza della situazione e di limitare i flussi di armi diretti verso Da’esh e altri gruppi terroristici”.
L’operazione Sophia è stato lanciato il 22 giugno 2015 ed è entrato nella sua fase attiva nell’ottobre dello stesso anno. La sua funzione principale è l’identificazione e l’intercettazione di navi utilizzate o sospettate di essere utilizzato da contrabbandieri o trafficanti di migranti. Da allora, l’operazione ha contribuito all’arresto e al trasferimento alle autorità italiane di 71 presunti trafficanti e alla neutralizzazione di 139 imbarcazioni. Inoltre, l’operazione ha contribuito a salvare quasi 16mila vite umane.