Bruxelles – Dall’inizio del 2016 ad oggi ben 2.868 persone sono già morte nel Mediterraneo. Nel mondo si contano circa 60 milioni di persone costrette alla condizione di rifugiati o di sfollati, a causa della guerra in Siria, dei conflitti in Africa e della lotta per la sopravvivenza e sicurezza personale. I Paesi in via di sviluppo ne raccolgono la stragrande maggioranza, più dell’85%, ma un milione di persone lo scorso anno sono arrivate fino alle porte dell’Unione europea in cerca di protezione e dal 1 gennaio 2016 il numero di arrivi è già giunto a più di 211 mila, di cui il 32% al di sotto dei 18 anni. Per ricordare la tragedia di uomini, donne e bambini che hanno sofferto e perso la vita in cerca della salvezza, è stata istituita la Giornata mondiale del rifugiato, che si festeggia il 20 giugno di ogni anno. L’Ue ha anche proposto una nuova campagna #SupportRefugees per aumentare la consapevolezza sulla situazione e mostrare l’impegno concreto fornito dall’Unione europea.
In questa occasione il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha co-organizzato con il Centro di informazione regionale dell’Onu e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) una proiezione del documentario di Gianfranco Rosi sull’Isola di Lampedusa e gli sbarchi dei migranti “FuocoAmmare”, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino 2016. Invece Frans Timmermans, Primo Vice-Presidente per lo stato di diritto e la Carta dei diritti fondamentali, Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Neven Mimica, commissario per la cooperazione Internazionale e lo sviluppo, Dimitris Avramopoulos, commissario per migrazione e degli affari interni, e Christos Stylianides, commissario per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, hanno rilasciato una dichiarazione in cui ribadisco l’impegno dell’Unione europea nella gestione della crisi dei migranti: “Fornire sostegno e protezione per i rifugiati e gestire efficacemente le migrazioni è una sfida, che richiede una risposta globale. L’Ue non ha chiuso e non chiuderà gli occhi di fronte a questa crisi e continueremo a condividere gli sforzi globali per affrontarla”. Come ricordano i leader europei, l’Ue ha un primato nell’aiuto umanitario, avendo fornito oltre 6 miliardi di euro per la crisi in Siria e più di 10 miliardi di euro complessivi tra il 2015 ed il 2016 per affrontare la crisi dei rifugiati nell’Ue e negli Stati terzi. Sono state triplicate le risorse destinate alle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, grazie alle quali, lo scorso anno, più di 240.000 persone sono state salvate nel Mediterraneo. Le operazioni congiunte di Frontex, Eunavfor Med Operation Sophia e la cooperazione nel Mar Egeo con le Autorità turche e la Nato si sono concentrate nello smantellare le reti di contrabbando criminali.
Il vicepresidente del Cese, Gonçalo Lobo Xavier, invita l’Ue e gli Stati membri, in occasione di questa giornata di commemorazione, “a realizzare un vero e proprio sistema comune di asilo e a definire criteri comuni per concedere lo status di rifugiato, a combattere il traffico di esseri umani, a garantire itinerari sicuri verso l’Ue e a contrastare le posizioni xenofobe mettendo in evidenza il contributo positivo apportato dai rifugiati alla società europea”. A riguardo, il comunicato rilasciato dai rappresentanti delle istituzioni dell’Unione riconosce che “qualsiasi soluzione sostenibile richiede una stretta collaborazione con i Paesi d’origine e di transito per coloro che sfuggono ai conflitti e alle persecuzioni, al fine di raggiungere l’Europa in modo sicuro”. In questo obiettivo rientrano le trattative con la Turchia nell’ambito della gestione dei flussi di rifugiati e l’accordo raggiunto lo scorso novembre con i leader africani per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare, in seguito al quale è stato stabilito un fondo fiduciario Ue per l’Africa di 1,8 miliardi di euro. L’Unione prevede anche ulteriori mosse per gestire questa situazione critica, tramite un nuovo quadro di partenariato, presentato questo mese, volto ad instaurare forti partnership con i principali Paesi di origine e di transito. L’obiettivo è favorire la crescita nei Paesi partner attraverso un maggiore sostegno finanziario e operativo, ma anche rafforzando lo stato di diritto ed i diritti umani, per uno sviluppo economico e sociale a lungo termine.