Nel momento in cui scriviamo non sappiamo, esattamente, perché è morta Jo Cox. Di certo non è morta per caso. La polizia inglese sta indagando sui fatti, che saranno chiariti, si spera a breve. Non sappiamo se è stata uccisa “per disavventura”, perché ha tentato di dividere degli uomini che si stavano scontrando, o se invece il suo assassino puntasse proprio a lei. Se chi l’ha uccisa barbaramente sia un pazzo o un uomo preso da un momento di follia contro una donna (ancora una volta una donna, per inciso).
Sappiamo però una cosa, chi era Jo Cox. Sappiamo che è morta perché era lei, che fosse, in quel momento, la deputata laburista “spirito libero”, come l’ha ben descritta il nostro Alessandro Ricci, o se fosse solo una persona che tentava di portare la pace tra due che si picchiavano. Era comunque lei, una donna, una politica, che ha passato la sua breve vita a battersi, pacificamente, per un ideale. “Ha speso la sua vita a lottare per un mondo migliore”, ha detto suo marito a poche ore dalla tragedia. Questo è quello che ha fatto negli ultimi istanti della sua esistenza, che stesse facendo campagna per il Remain o che stesse cercando di portare la pace.
Jo Cox non è, non deve essere, una vita pagata sull’altare dell’Unione europea. Tanti, in Gran Bretagna, in Europa, nel resto del mondo, immediatamente dopo la sua inaccettabile morte hanno iniziato a ragionare su cosa questo possa significare per l’esito del referendum della prossima settimana. E’ vero, diciamo la verità, questo evento peserà sul voto, e probabilmente peserà a favore del Remain.
Jo Cox comunque sarà un simbolo. E’ morta perché non siamo riusciti a trovare la maniera di confrontarci civilmente, perché, campainers britannici per il referendum o difensori di un Mondo che “funzioni meglio”, non siamo riusciti a evitare gli estremismi, le esasperazioni, a trovare la maniera di spiegare posizioni diverse senza demonizzare l’avversario. Perché si sono portate le persone all’esasperazione, alla necessità di difendere con le unghie e con i denti quel che “la pancia” chiede. Abbiamo semplificato, dividendo in quel che “è buono “ e quel che è “cattivo”, senza sfumature, senza, soprattutto, visioni ragionate del futuro.
La politica ha il dovere di spiegare, di convincere, ma con la responsabilità. In Gran Bretagna, come in altri Paesi, il ragionamento, elemento essenziale della democrazia, sembra perdersi ogni giorno di più. Invece è sempre più scontro, dove si perdono i punti di riferimento fondamentali e si aizzano gli animi a uno scontro senza futuro.
Non era quello che Jo Cox voleva e ne è invece rimasta vittima. Non doveva morire così, e non è morta per mano di un pazzo, ma perché chi ha la responsabilità di farlo non è stato capace di valorizzare la costruzione di un confronto bensì il semplicismo della divisione.