Bruxelles – Il gruppo Europa delle nazioni e della Libertà celebra il suo primo ‘compleanno’. La sua leader Marine Le Pen aveva dovuto faticare non poco per riuscire a metterlo in piedi insieme a Matteo Salvini e altri esponenti dell’estrema destra europea, e ora che la sua creatura ha compiuto un anno di vita è il momento di fare un primo bilancio. Ci ha pensato Vote Watch, associazione che monitora il lavoro del Parlamento europeo, che mostra come il gruppo Enl sia uno dei più attivi durante le votazioni, ma uno dei meno compatti, che la maggior parte delle volte vota insieme agli Euroscettici dell’Efdd, il gruppo del Movimento 5 Stelle, ma che spesso si trova d’accodo anche con l’estrema sinistra della Gue e che, soprattutto, in Aula è poco vincente, cosa forse ovvia essendo il gruppo più piccolo, in quanto pochissime delle sue relazioni vengono appoggiate dal resto dell’Aula.
Per quanto riguarda la partecipazione al voto i membri del gruppo di Le Pen sono stati presenti all’89,5% delle chiamate, quarta formazione più attiva dopo socialisti, liberali e popolari. Per quanto riguarda la compattezza sono invece penultimi, essendosi espressi in maniera uguale nel 70% delle volte, peggio di loro fanno solo gli Euroscettici Efdd, che si fermano al 46% ma sono però un gruppo eterogeneo e che fin dalla creazione aveva annunciato che i suoi partiti si sarebbero mossi in maniera totalmente indipendente.
Il gruppo di Le Pen e Salvini è più unito quando si tratta di temi relativi alla politica sociale, l’occupazione, la parità di genere o la giustizia. Per esempio sono stati compatti nel votare contro una risoluzione sulla crisi costituzionale in Polonia, contro la redistribuzione dei rifugiati tra gli Stati membri e nell’opporsi una risoluzione sulla nuova strategia per i diritti di uguaglianza e donne di genere post-2015 ma anche al rinnovo delle sanzioni alla Russia. Mentre è diviso su campi relativi alla spesa pubblica come l’agricoltura, lo sviluppo e la pesca.
Per quanto riguarda le “coalizioni” l’Enl si trova soprattutto in compagnia dell’Efdd (il 55% delle volte) e poi con i conservatori Ecr (47%), ma al terzo posto c’è anche la sinistra radicale con il 39% delle votazioni comuni, una percentuale con questi ultimi che quando si tratta di commercio internazionale, quindi su temi come il Ttip o il Ceta, sale al 62%. Bassissime invece le percentuali di vittoria dei loro provvedimenti, o relazioni portate in Aula: un misero 31%, meno di 20 punti percentuale sotto la sinistra radicale, terz’ultimo gruppo per provvedimenti passati che si ferma al 56%, ma comunque più degli euroscettici che arrivano soltanto al 28%.