Bruxelles – L’Unione energetica europea si è posta obiettivi ambiziosi. Entro il 2020 vuole ridurre del 20% le emissioni di gas serra. Entro il 2030, vuole fare ancora di più, e arrivare a diminuirle del 40%. Sempre per quell’anno, è previsto il raggiungimento della quota di almeno il 27% del consumo di energia rinnovabile. “E questo non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo perché le politiche energetiche lo consentiranno”, ha spiegato durante la Sustainable Energy Week, Paula Pinho, capo di unità alla direzione generale energia nella Commissione europea.
Scambio di informazioni e database comuni saranno gli strumenti per raggiungere quanto stabilito dall’Unione. Sempre seguendo le cinque linee guida alla base del programma europeo, e cioè: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia e promozione della competitività. Queste cinque dimensioni, grazie ai pani nazionali integrati di energia e clima, verranno condivise dagli Stati membri che aggiorneranno le istituzioni europee regolarmente, in modo da arrivare preparati al 2030 per raggiungere i target. “L’idea è quella di creare un grande sistema comune, senza perdere le informazioni essenziali ma tenendo insieme quello che è più importante grazie a un’organizzazione dei contenuti semplice e chiara”, ha spiegato Pinho. Si ridurranno così gli oneri amministrativi e la lunga parte burocratica che altrimenti ogni Stato avrebbe dovuto affrontare ogni volta.
In questo modo sarà costruito “un sistema trasparente, basato sulle relazioni dei singoli Stati membri che certificheranno di volta in volta l’andamento della situazione a livello nazionale”. Spetterà poi alla Commissione europea verificare i progressi compiuti e, se necessario, Bruxelles potrà proporre nuove misure perché ci si avvicini ulteriormente agli obiettivi.