Bruxelles – In Italia c’è un settore che ricicla completamente, è quello dell’alluminio. “È un materiale che non si consuma, che si usa e si riusa”, ha spiegato a Eunews Gino Schiona, direttore generale di Cial (consorzio imballaggi alluminio). Un tema cruciale, quello del riciclo, che il 6 giugno scorso, ha visto l’eurodeputata Pd Simona Bonafè presentare la sua proposta sull’economia circolare come relatrice del dossier all’Europarlamento. Eunews ha chiesto a Schiona cosa pensa delle nuove proposte e del quadro europeo che si sta delineando a proposito di prevenzione dei rifiuti e riciclaggio, soprattutto pensando al futuro.
Sono obiettivi ambiziosi quelli che si vogliono raggiungere entro il 2030?
Ambiziosi ma necessari per garantire una più ampia partecipazione da parte di tutti gli anelli della catena al consolidamento di quanto fatto e per porre le basi di un ulteriore sviluppo di un sistema coerente ai principi di un’economia circolare. I risultati di riciclo del packaging in alluminio sono già oggi particolarmente soddisfacenti, con il 70% del materiale immesso sul mercato rientrato nei cicli produttivi per dar vita a nuove applicazioni nei diversi settori industriali. Avviene nel settore dei trasporti, dell’edilizia, dell’elettronica, del design o ancora in quello del packaging. Riteniamo, quindi, che le nuove proposte della Commissione, per quanto riguarda il nostro settore e il nostro materiale, rappresentino un elemento di garanzia propulsivo per favorire nuove e coerenti strategie industriali.
Sono necessari grandi investimenti per convertire l’economia lineare in quella circolare. Come crede che si riusciranno a trovare quelle risorse vista la crisi profonda che sta attraversando l’industria a livello mondiale (e in particolare in Europa)?
La filiera dell’alluminio ha un tasso di crescita del 5-8% all’anno a livello mondiale; crescita che include il ruolo determinante dell’alluminio riciclato che non entra mai in competizione con quello cosiddetto primario. Le strategie e gli investimenti nei diversi comparti industriali dell’alluminio sono già orientati alla costruzione di un modello di economia circolare e, aggiungo, lo sono per vocazione. Basti pensare che la lunga durata dei prodotti, combinata con un alto tasso di riciclo, ha determinato anche una forte permanenza dell’alluminio primario nei prodotti in uso. Circa il 75% dell’alluminio primario prodotto dal 1950 è ancora utilizzato – direttamente o dopo riciclo – nei prodotti che hanno ancora un uso produttivo. Gli investimenti garantiti da programmi europei (Horizon, Life) dovranno essere orientati, a nostro parere, alle fasi di selezione e riciclo per massimizzare il reinserimento del metallo nel ciclo produttivo.
La Commissione parla di creazione di nuovi posti di lavoro (170mila entro il 2035, solo nella gestione dei rifiuti). Cosa prevede per il vostro settore?
Considerati gli ampi margini di miglioramento nella gestione dei rifiuti, che ancora caratterizzano alcune regioni italiane, e il conseguente incremento delle attività da parte di imprese del settore della selezione e riciclo, riteniamo che la creazione di nuovi posti di lavoro possa riguardare un numero ben più elevato rispetto a quello indicato.
Cosa si aspetta Cial dall’Europa in materia di riciclaggio? In che modo la proposta avrà un impatto sul vostro settore?
Le proposte sull’economia circolare promosse dalla Commissione europea risultano particolarmente coerenti al percorso avviato anni fa dalla filiera industriale dell’alluminio con la nascita nel 1997 del Consorzio Nazionale per la Raccolta Differenziata, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi in alluminio, nel nostro Paese. Le priorità indicate dalla proposta rilanciano le opzioni di prevenzione, riuso e riciclo come leve fondamentali e imprescindibili per un sistema economico basato su un uso efficiente delle risorse. Le opzioni sono finalizzate alla minimizzazione e riduzione degli impatti ambientali e assumono una rilevanza nel sistema industriale dell’alluminio e dei suoi imballaggi. Una delle principali caratteristiche di questo materiale è infatti la sua infinita riciclabilità e l’enorme risparmio energetico che ne deriva. Il ciclo di vita dell’alluminio è un ciclo chiuso, senza fine e, grazie ad una crescita costante negli anni delle quantità riciclate nel nostro Paese, la disponibilità di nuova materia prima da rottame sostituisce sempre di più quella dal minerale. Attualmente in Italia le quantità di alluminio prodotto sono esclusivamente da riciclo ed è anche per questo motivo che oggi è affermato e diffuso per questo materiale il concetto di “permanente”, cioè che non si consuma, che si usa e si riusa, senza fine, conservando, in tutte le sue numerose applicazioni, sia l’energia necessaria per futuri e nuovi impieghi, sia le caratteristiche chimico-fisiche.